Uno scenario drammatico si mostra a chi si inoltre tra le campagne a nord del marsalese, verso l’antico Baglio Rinazzo. Da alcuni mesi ignoti scelgono la zona dell’Alfaraggio come pattumiera per mucchi di lamiera, lana di vetro, cementi amianto, vecchi elettrodomestici. Tutto questo a due passi dai vigneti e terreni coltivati a grano e nei pressi dei canali di scolo che, in inverno, quando cioè sono in piena, confluiscono nel fiume Birgi. La spazzatura non è il male peggiore, in quanto chiunque deposita questo genere di rifiuti non si limita ad abbandonarli, ma decide anche di “fare pulizia” appiccando il fuoco. Non si tratta di un episodio isolato. Da settimane si verificano incendi nella zona e più volte è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Ma il “fenomeno” si è ripetuto talmente tante volte che i proprietari dei terreni hanno segnalato la questione al comando della polizia municipale: “Gli incendi sono iniziati in autunno, ma in principio qui venivano bruciati, sempre da ignoti, mucchi di rifiuti di potatura, resti di giardino, ma la cosa non ci aveva allarmato particolarmente. Al massimo si trattava di ossido di carbonio, ma da più di un mese qui brucia ben altro. Occorre fermare questo scempio. Se si rovista tra le macerie si identificano filtri di motori, pezzi ferrosi. L’odore è insopportabile. E ci chiediamo cosa accadrà quando, con le prime piogge le ceneri finiranno nei canali di scolo”. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia municipale, con i tecnici dell’ARPA e un altro sopralluogo è stato effettuato dall’ASP. Ne è scaturita un’indagine da parte dei vigili urbani allo scopo di verificare se ci sono gli estremi per un’ipotesi di reato ambientale.
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