Il Porto di Trapani diventa ancora una volta un approdo per cadaveri. Ultima stazione di un viaggio della speranza che per 13 persone si è infranto contro condizioni inumane e fato avverso. A trasportare al Molo Ronciglio i corpi senza vita (tra cui 8 donne, due delle quali in stato di gravidanza) è stata la nave Vos Hestia di Save the Children che in mattinata è arrivata presso lo scalo trapanese. Tra i migranti, alcuni dei quali ustionati, 240 persone, compresi 6 bambini, rimasti orfani, al di sotto dei 5 anni.
La maggior parte dei migranti sbarcati a Trapani è stata soccorsa martedì scorso a largo della Libia dalla nave della Ong spagnola Proctavia Open Arms. Altre 80 persone erano state soccorse in una precedente operazione, confluendo poi sull’imbarcazione di Save the children arrivata al Molo Ronciglio di Trapani, dove sono giunti anche gli agenti dell’Interpol, di Frontex e della Squadra Mobile di Trapani che hanno coordinato lo sbarco, interrogando i migranti sulle dinamiche e sul decesso dei sfortunati compagni di viaggio. Dalle prime ricostruzioni pare che il gommone avrebbe iniziato a imbarcare acqua, afflosciandosi e creando una pozza centrale (di acqua e carburante) nella quale sarebbero finite le 13 persone decedute.