Sono ben 18 le tonnare fisse in Provincia di Trapani. Per il 2017, come prevede l’apposito decreto, sono 650 le tonnellate di questo prodotto ittico, su un totale di 3.300 a livello nazionale, assegnate a 3 imbarcazioni siciliane, su un totale di 12 a livello nazionale, da poter pescare con il sistema a circuizione, mentre 450 sono le tonnellate destinate al sistema a palangaro. In questo caso le imbarcazioni siciliane sono 26 su 30. Il decreto – che segue le direttive dell’ICCAT, organizzazione europea – che ridistribuisce le quote, stila l’elenco dei porti in cui è consentito sbarcare il tonno rosso. Quelli siciliani sono: Augusta, Castellammare del Golfo, Catania, Favignana, Gela, Lampedusa, Licata, Lipari, Marsala, Messina, Milazzo, Palermo, Pantelleria, Porticello, Porto Empedocle, Porto Palo di Capopassero, Riposto, San Vito Lo Capo, Sant’Agata di Militello, Sciacca, Termini Imerese e Trapani.
C’è anche Marsala dunque, come “meta” per lo sbarco della specie di tonno. Giorni fa il Senato ha approvato, nell’ambito del Decreto Mezzogiorno, l’emendamento che consente a tutte le tonnare fisse, elencate nell’allegato C al decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali del 17 aprile 2015, di essere incluse nella ripartizione delle quote tonno aggiuntive assegnate dall’UE all’Italia. Il testo dell’emendamento è stato proposto dalla senatrice trapanese del PD, Pamela Orrù. “Tra le sei tonnare fisse italiane, riconosciute dal decreto ministeriale – ha annunciato la parlamentare – è inserita anche la tonnara fissa di Favignana che, pertanto, dal 2018 potrà essere inclusa nella ripartizione delle quote tonno di pesca aggiuntive assegnate dalla UE all’Italia”. La tonnara di Favignana, come ha affermato la senatrice, potrà costituire un modello produttivo di economia del mare sostenibile.
E per il vero, anche il Movimento 5 Stelle aveva spinto il Governo a rivedere le quote da assegnare ai vari sistemi di pesca. Certo, c’è da dire anche che la marineria marsalese, che pratica la pesca del palangaro, ha sofferto per le carenti quote assegnate al metodo da loro praticato negli ultimi anni. Sicuramente le quote destinate al metodo del palangaro, rispetto a qualche anno fa, è aumentato, ma i pescatori lilybetani ritengono che si sta facendo ancora poco, nonostante in tre anni ci sia stato un aumento, e che il metodo della circuizione sia ancora troppo “sopravvalutato” nell’assegnazione delle quote. A proposito è intervenuto anche il vice presidente di Sicindustria e presidente della delegazione di Trapani, Gregory Bongiorno: “Si tratta di un primo passo estremamente importante per l’economia siciliana che, se confermato dalla Camera, permetterà di avere un ritorno diretto nel settore pesca e turismo e farà crescere l’indotto, dalla cantieristica alle attrezzature navali e al trasporto”.