Rifiuti non autorizzati, assolti i vertici dell’Aimeri

Gaspare De Blasi

Rifiuti non autorizzati, assolti i vertici dell’Aimeri

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martedì 18 Luglio 2017 - 15:41

I vertici nazionali e marsalesi dell’Aimeri Ambiente sono stati assolti dal giudice Lorenzo Chiaramonte dall’accusa di avere “miscelato”, rifiuti di diverso tipo nel centro di raccolta di contrada Cutusio. I fatti contestati si riferiscono all’anno 2012. Gli imputati che sono stati assolti sono Giuseppe Caruso, amministratore delegato di Aimeri Ambiente originario di Milano, Luca Venturin, di Castelfranco Veneto, procuratore incaricato alla gestione tecnica della stessa società, Giovanni Maria Picone, responsabile della gestione operativa della raccolta dei rifiuti solidi urbani nell’ambito dell’Ato Tp1 “Terra dei Fenici”, ed Ettore Paladino, responsabile dell’attività dell’Aimeri per la città di Marsala. I due primi primi due imputati sono stati difesi dall’avvocato del foro di Torino Giampiero Chieppa, mentre legale degli altri due è stato il marsalese Paolo Paladino. Secondo l’accusa le cui indagini sono state condotte dai carabinieri del Noe di Palermo, coordinate dal pm Giulia Mucaria, gli indagati in un’area all’interno di una discarica per rifiuti inerti del comune di Marsala, quella di contrada Cutusio, “…miscelavano componenti sacchetti di plastica, carta e cartone con materiale inerte, producendo un’attività di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento senza le dovute autorizzazioni”. Nel 2012, il centro di raccolta di Cutusio fu sequestrato dai militari del Noe su richiesta della Procura. Nel processo i difensori hanno affermato che si trattava di rifiuti “non pericolosi” e che per quell’attività di conferimento non era necessaria alcuna autorizzazione.

“Un processo – ha detto l’avvocato Paolo Paladino – che poteva benissimo non iniziare. Sin dal primo momento, infatti, è stato chiaro, e gli stessi militari del Noe lo avevano accertato, che i rifiuti oggetto di contestazione non erano rifiuti speciali e conseguentemente la loro miscelazione è consentita. Questo è quello che abbiamo sempre sostenuto, sia nel corso delle indagini che nel dibattimento, e siamo molto contenti che il giudice lo abbia condiviso pienamente”.

Nel processo, il Comune di Marsala si è costituito parte civile. A rappresentarlo è stato l’avvocato Cosimo Di Girolamo.

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