Il consigliere alcamese Gino Pitò: “Non posso godere di un insuccesso del Movimento 5 Stelle”

redazione

Il consigliere alcamese Gino Pitò: “Non posso godere di un insuccesso del Movimento 5 Stelle”

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sabato 15 Luglio 2017 - 16:52

Dopo 20 anni dalla sua prima esperienza in Consiglio comunale l’esponente di ABC-Alcamo Cambierà ha raccontato come ha ritrovato la macchina organizzativa del Comune. Nella lunga intervista che ci ha rilasciato, il consigliere Pitò ha trattato i temi più scottanti della politica alcamese.

Lei è reduce dall’ultimo sopralluogo della III commissione alle sorgenti Mirto e Dammusi. Che notizie giungono da questa ispezione sul versante del problema dell’acqua?

È necessario, per chi deve poi compiere scelte di predisposizione degli uffici e anche di strumenti finanziari per risolvere il problema, conoscere il territorio. Al di là di quello che risulta dalle carte o dalla documentazione che possiamo avere, è necessario andare sui luoghi per capire il problema, per fare in modo che, quando si fa il Piano triennale, i singoli righi abbiano il loro senso e anche per rendersi conto di quali sono le priorità perché, da un lato, uno immagina problemi di manutenzione, però, a volte, vanno fatte intere sostituzioni. Allora, non è neanche detto che bastino i fondi che normalmente il bilancio mette a disposizione, ma vanno accesi dei mutui, fare delle procedure diverse. Per capire questo, andando sul luogo, uno può fare anche un programma pluriennale per cui dice “Quest’anno facciamo le manutenzioni. Poi, magari, mettiamo i soldi per fare il progetto, l’anno successivo accendiamo il mutuo”. Quindi, un programma un pò più ampio, perché sono degli interventi su delle reti realizzate alcune, addirittura, più di 100 anni fa. Quindi, hanno i loro anni. Anche se dal punto ingegneristico sono dei gioielli, hanno gli anni e vanno fatte le manutenzioni.

Tutta la commissione ha avuto l’opportunità di avere come membro un consigliere comunale che adesso è assessore. Cosa pensa dell’ingresso in giunta di Vittorio Ferro?

Io mi aspetto molto perché quello che è successo spesso con la commissione, è successo diverse volte su alcuni argomenti. Ad esempio, con la revisione dei lotti di Sasi si è invitata un paio di volte la giunta, e anche l’ufficio e, magari, anche la commissione non ha il piacere di trovare le persone disponibili. Anche su altri argomenti, legati all’urbanistica in generale. Evidentemente, questo non può più succedere, manca l’alibi di poter dire adesso “La commissione non ha di fronte il dialogo con la giunta” perché c’è questa interazione. Ora, in altri settori, probabilmente questa cosa è meno importante, come servizi sociali o altre cose. Mentre, nell’urbanistica è fondamentale. La giunta può solo proporre, preparare delle carte, ma tutta, proprio tutta l’urbanistica è di Consiglio. Da questo punto di vista, avere il presidente della commissione, adesso non so più se lo farà, un componente anche della giunta è utile. Quindi, devo sottolineare che dal punto di vista del dialogo, dei concetti base, c’è. Dopo un anno e dopo tre assessori, perché prima c’è stato il sindaco, poi Butera, adesso abbiamo un assessore che di urbanistica chiaramente ne capisce anche per titolo di studio e anche per professione, dal punto di vista programmatico, è passato il 20% del quinquennio. Adesso, ci aspettiamo un cambio di marcia perché su temi di fondo come il Piano regolatore siamo davvero indietro, tanto è vero che la Regione per due volte ci ha minacciato di commissariamento. La settimana scorsa è stata commissionata Favignana e, in questo momento, negli uffici della Regione, stanno facendo istruttoria per commissariare una serie di comuni. Infatti, ho suggerito anche a Ferro di prendere, a parte le lettere che stiamo scrivendo come risposte formali, contatti personali con gli uffici per far capire che adesso qualcosa accadrà. Essere commissariati dal punto di vista del Piano regolatore è una delle cose più gravi che può succedere. Forse questo passaggio è meno sentito dalla popolazione, perché quando la popolazione si lamenta della qualità della città, della vivibilità, dal verde, alla fine viene da lì, dalle scelte urbanistiche. Se non hai fatto una buona base urbanistica, allora viene qualcun altro che decide per te sulle scelte fondamentali. Io non so se mi dimetterei se arriva una cosa del genere, perché non riuscirei ad essere incisivo. Essere spettatore delle scelte fatte da qualcun altro non mi sembra il caso.

Qual è, quindi, il suo giudizio su quest’anno di amministrazione 5 stelle?

È in chiaro-scuro, a macchia di leopardo. Non è un giudizio unico. Io ho letto il programma 5 stelle ad un anno di distanza e l’ho letto con attenzione. Tranne la parte che riguarda la riduzione dei costi della politica o la partecipazione eccetera, che è stata abbastanza attuata, negli altri settori non credo ci siano ancora segnali chiari di attuazione. E, questo, è sotto gli occhi di tutti. Anzi, ci aspettiamo la relazione del sindaco in questo senso, perché la legge prevede ad un anno di distanza la relazione sull’attuazione del programma. Mi rendo anche conto, e questo lo vedo, che il sindaco, probabilmente anche per una questione di inesperienza, sta trovando dentro gli uffici, dentro il Comune, molta più difficoltà di quanto si pensasse. Cioè, probabilmente, è questo il clima. E, probabilmente, sconta davvero un’inesperienza di fatto. In alcuni settori, su alcuni argomenti, faccio un esempio, su un’interrogazione sul Piano regolatore ho chiesto espressamente al sindaco, era dicembre, un sacco di cose. Alla fine ho detto “ Ma per caso è utile nominare un assessore visto che l’urbanistica…”. Era questo il tema. La risposta è stata “No, in questo momento non intendo”. Dopo due settimane, il sindaco invece ha nominato l’assessore all’urbanistica. Dopodiché ora ha nominato un altro assessore all’urbanistica. Quindi, vuol dire che il sindaco si sta rendendo conto che c’è qualcosa che non va e, effettivamente, è così. Anche in altri settori credo che ci siano stati dei momenti di marcia indietro. Le tariffe TARI sono arrivate in un modo, poi, è stato cambiato. Adesso penso e spero, per il bene della città alla fine, che si stia instaurando un dialogo che non c’era o, meglio, secondo me, sta accadendo di positivo il fatto che si sta capendo che c’è necessità da parte di tutti, e le elezioni sono lontane. Quindi, nessuno pensa a campagne elettorali tranne quelli che pensano alle regionali. A noi non ci interessano. Se vogliamo ottenere dei risultati con dei programmi pluriennali, perché i temi di fondo legati all’acqua, all’immondizia, all’urbanistica, sono temi pluriennali e sono temi della città, alla fine, quando si voterà di nuovo, a chi ci sarà dopo, daremo una continuità storica-amministrativa. Io non posso godere di un insuccesso del Movimento 5 Stelle. Io potrei dire “In questo momento se si votasse di nuovo, vabbè, può darsi che non voterei evidentemente di nuovo il Movimento 5 Stelle”. Ma sei io ho quattro anni davanti con questa amministrazione io qualcosa dovrò accettare, non è pensabile che io faccia quattro anni di opposizione godendo degli insuccessi. Ci sono tantissimi temi, anche come è successo l’altro giorno con i buoni libro. Io non condivido l’impostazione, per me si deve tagliare altro. E, soprattutto, c’è un tema di fondo che spero venga capito: il rispetto del Consiglio. Sui temi di questo tipo bisogna che sia il Consiglio a decidere, anche se il risultato alla fine dovesse essere uguale.

In occasione della discussione sul tema dei buoni libro è venuto fuori il fatto che fosse l’intera popolazione a godere di tale beneficio e, quindi, anche le classi sociali più elevate. Un dato importate, che è stato esplicitato in Consiglio, giunto dopo quello sul 30% riguardante l’evasione del tributo idrico per lo più dalle suddette classi. Non è che alla fine estendendo i benefici a tutti si avvantaggia sempre chi sta meglio in questa città?

Sono due temi diversi perché del diritto allo studio ne parla la Costituzione, ne parla sul tema dello studio della scuola dell’obbligo.

Però, il buono libro non esiste più in molte città siciliane perché sostituito da altri benefici che lo Stato e la Regione concedono.

In un bilancio di 30-40 milioni andare a toccare quelle cifre mi sembra un tema sbagliato.

Non bisogna fissare dei criteri secondo lei?

Su alcuni temi sono d’accordo. Per quanto riguarda la culura e l’istruzione no.

Quindi, libri gratis per tutti?

Questo no. Il tema dell’acqua, invece, è interessante. In Consiglio ho detto una frase, adesso piano piano qualcuno inizia a capire, ma io sono stato il primo a dirlo “Ad Alcamo l’acqua costa troppo poco”, ed è innegabile. È impossibile che eroghiamo 150 metri cubi d’acqua al prezzo politico di 30 centesimi, a parte quella che compriamo a 69 centesimi. E, poi, il cittadino che non ha l’acqua sufficiente deve andarsi a comprare l’autobotte.

Sì, ma il tema dell’evasione?

L’evasione va combattuta in maniera scientifica.

Ad evadere praticamente sono i ricchi.

Chi evade colpisce anche te. Bisogna colpire assolutamente l’evasione e utilizzare tutti gli strumenti. Però, non è possibile che i primi 150 metri cubi costino così poco. Alla fine sono tantissimi i cittadini a comprare un camion d’acqua che costa quasi la metà di tutta la bolletta.

I cittadini non serviti da rete idrica.

No, no. Io parlo anche di quelli serviti da rete idrica.

Che rimangono senz’acqua.

Che non c’è la fanno. Se noi riusciamo a comprare tutta l’acqua che serve, da Siciliacque o altro modo, a prevedere i mutui necessari a rifare alcune condotte che consentono di portare l’acqua, se non abbiamo gli strumenti finanziari, alla fine il problema acqua non lo risolvi, perché devi fare le manutenzioni, devi programmare per 10 anni. “Devo fare la condotta di Canizzaro”. Ok, come la fai? Qui, rivendico una cosa che per me è importante. Nel DUP c’era scritto chiaro chiaro che il Comune di Alcamo non si doveva più indebitare. Per fortuna abbiamo ottenuto un emendamento e, adesso, non c’è più scritto che non ci si deve indebitare, ma va fatto uno studio per capire la capacità di indebitamento. E mi pare fondamentale perché devi capire quanto puoi indebitarti e perché ti devi indebitare. Proprio per questo, perché sennò il problema dell’acqua non lo risolvi mai.

Lei è ritornato in Consiglio comunale dopo 20 anni dalla sua prima esperienza. Quali differenze ha riscontrato ?

Sono due esperienze completamente diverse. Io ricordo che vent’anni fa, dal ‘93 al ‘97, c’era grandissima attenzione all’urbanistica, ai temi dell’economia in genere. Tutto quello che è attività produttive legate al vino, turismo e poi artigianato era molto presente. Adesso i temi da questo punto di vista mi sembrano meno. La città segue meno. Invece, ci sono tanti altri temi in cui la città è più presente nelle istituzioni. Ho trovato più difficoltà negli uffici, perché avevamo una macchina amministrativa in qualche modo invidiata da tutti gli altri comuni intorno.

È stato l’arrivo del precariato a ingolfare la macchina amministrativa?

Uno dei motivi di fondo perché alla fine non me la sono più sentita di fare politica è anche quello. Fondamentalmente, ho fatto sempre parte di un’area di centro-sinistra e storicamente sono stato nell’area che poi ha creato tutto questo precariato. Io non ho condiviso questo, perché il precariato può servire per sistemare delle situazioni transitorie e, soprattutto, di gente con difficoltà eccetera. Ci sono le statistiche a dirlo. In maniera esagerata, rispetto agli altri comuni, abbiamo creato un problema serio perché quando andavano fatti i concorsi, e si potevano fare, non sono stati fatti. Stiamo parlando di figure apicali, di quelle che potevano caricarsi sulle spalle il Comune per quello che sta accadento adesso a distanza di vent’anni. Io posso dire che abbiamo fatto l’ultimo concorso per vigili urbani all’epoca di Massimo Ferrara. Dopodiché basta. C’è stato soltanto il concorso per dirigente, quello che ha vinto Anna Parrino. E, poi, basta. Tutti gli altri comuni qualcosa hanno fatto. Andava fatto un mix tra precariato e assunzioni, avanzamento di carriera. C’era una serie di cose che andava fatta sul personale. Io capisco che uno può avere anche le sue priorità che, magari, sono legate al quinquennio, che poi si arriva alle elezioni. Capisco tutto questo. Però, tutto quello che è successo è che adesso si è scaricato tutto sull’amministrazione di ora. Ti ritrovi negli uffici gente che ha un problema: un orizzonte temporale incerto. Cioè uno sa che è quando è fisso in un posto programma. Se tu sei precario continuo non programmi, fai un intervento risolutivo. Il precario ha anche un problema di orario. Se una pratica edilizia viene assegnata ad una persona e questa persona fa un monte ore che è poco, può essere una anche una persona di qualità, io non contesto la qualità delle persone, il problema è che se ha un giorno di ferie e un giorno di malattia, certe volte per due settimane non la vedo e, quindi, la pratica sta ferma, ma non per colpa sua, perché deve farsele le ferie. Se, invece, è un dipendente fisso, tranne casi particolari, lui è sempre presente. Gli uffici ne risentono. Quindi, tu ti ritrovi situazioni, come dal giudice di pace, in cui tu non puoi smettere di lavorare, devi continuare. E, poi, nascono problemi.

Quali sono, dunque, le sfide che dovrà affrontare il consiglio comunale?

Il consiglio comunale deve essere assolutamente, entro un anno, in condizione di tirare fuori lo schema di massima del PRG. È fondamentale. Deve avere un DUP che è il vero DUP propositivo dell’ultimo anno. E, quindi, fare una Piano triennale finalmente espansivo, perché il Piano triennale di adesso è stato un Piano di manutanzioni, di piccoli interventi. Adesso, finalmente, si stanno facendo le progettazioni, i concorsi di idee e i concorsi per i progetti un pò più importanti. Dopodiché, vanno fatti gli strumemti finanziari, quindi, i mutui per attuarli, per fare in modo che nell’arco del quinquennio è evidente che dobbiamo arrivare all’adozione del PRG. Il sindaco ha risposto all’interrogazione “Spero che in cinque anni ce la facciamo”. No, non è possibile, perché mi devi dire assolutamente “Io sto facendo tutti gli strumenti per arrivarci”. Anzi, nell’ultima interrogazione aspetto risposta su questo. Ho chiesto espressamente “Ritiene che abbiamo gli strumenti per farlo?”. Significa: il gruppo di progettazione, il CIRCES, tutta la struttura a supporto. Ce la facciamo o no? Perché se tu ritieni che non ce la facciamo vuol dire che dobbiamo avere dei consulenti, dobbiamo cambiare marcia, perché adesso ce la possiamo fare. Se no, non ce la facciamo.Quindi, è fondamentale adesso capire cosa faremo nei prossimi anni. Mi rendo conto che uno è sommerso dal contingente. Perdiamo di vista la direzione finale. Qui, ogni giorno, immagino ci sono emergenze continue. Però, se perdi di vista il motivo per cui uno fa poltica, non c’entra il risultato.

ABC-Alcamo Cambierà siete fuori, dunque, dalla partita per le elezioni regionali?

No comment. Non è ancora detto. È un tema che non mi riguarda personalmente. Però, il mio movimento qualcosa sta facendo. Quindi, è possibile che succeda qualcosa oppure no. Di questo ne daremo notizia magari nei prossimi giorni.

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