L’ex parlamentare commenta i risultati delle amministrative ed evoca il “modello Orlando”
Da Palermo a Marsala, passando per Trapani e Petrosino: torna a parlare l’ex deputato regionale marsalese Antonio Parrinello, indicando la strada dell’unità del centrosinistra in vista delle prossime regionali e chiedendo alle amministrazioni del territorio una maggiore incisività sul fronte dell’innovazione.
Che valutazione fa delle ultime amministrative?
Non possiamo non partire dal caso Trapani, dove ci troviamo di fronte a un deficit democratico, un caso straordinario che può fare scuola. Certo è che la legge va cambiata immediatamente, perchè sta provocando una catastrofe democratica. Mi auguro comunque che i cittadini trapanesi domenica vadano in massa a votare. Qualunque sindaco, resta sempre preferibile al migliore dei commissari.
Cosa pensa della conferma di Giacalone a Petrosino?
Giacalone è riuscito a farsi capire dai suoi concittadini, e quando avviene questo vuol dire che ha governato bene. Da uno come lui, però, mi aspetto più coraggio, una maggiore capacità di guardare al futuro, una visione più ampia.
L’esito di queste amministrative può influire sulle prossime regionali?
Sicuramente rimescola le carte. C’è un nuovo protagonismo di Orlando e, in generale, c’è la consapevolezza che in un periodo del genere, in politica come in economia, paga la scelta di stare assieme. Vedo la possibilità, a queste condizioni, che il centrosinistra possa restare alla guida della Regione, proseguendo un’esperienza che non è stata del tutto negativa, soprattutto con la messa in sicurezza dei conti.
Quale dovrebbe essere il perimetro della coalizione?
Penso al modello Palermo o al modello Macron: una coalizione che mette assieme chi ha voglia di starci e una visione progressista della società, senza paura del futuro. Orlando ha ricordato che ha iniziato a fare il sindaco quando Palermo era la capitale della mafia, mentre adesso è la capitale della cultura e, considerando il fermento che si registra attualmente, credo che lo sarà ancora per tanto tempo. Magari noi non ce ne accorgiamo, ma se n’è accorto uno dei più grandi gruppi alberghieri europei, Accor Hotel, che ha aperto 5 alberghi a Palermo, riprendendo vecchie strutture. Se n’è accorta anche la famiglia Valsecchi, tra i più importanti mecenati al mondo: stanno ristrutturando Palazzo Butera, che diventerà un luogo d’arte in cui esporranno i più grandi artisti europei e alcuni di loro stano già cercando casa a Palermo. Se n’è accorta la Ryanair, che noi continuiamo a trattare alla stregua di una compagnia da quattro soldi.
Per il centrosinistra, meglio Grasso o le primarie?
Quel che conta è il perimetro, andrebbe bene anche il Presidente Crocetta, che spesso è diventato una specie di capro espiatorio, dimenticando che ha fatto cose incredibili. Nei primi sei mesi ha cambiato l’immagine della Sicilia a livello internazionale, puntando sulla bellezza dell’isola e proponendo un’idea di Sicilia che è stata protagonista anche al G7 di Taormina. Al di là dei candidati, sono convinto che, scelti i programmi e individuato il perimetro, la coalizione possa vincere le elezioni.
In questi cinque anni però è mancata la coesione interna.
La Francia dimostra che il problema non è “l’uomo solo al comando”, ma avere idee chiare. Macron ha vinto le elezioni parlando di Europa. All’inizio nessuno ci avrebbe scommesso.
Un giudizio sul centrosinistra che guida l’amministrazione comunale a Marsala.
Al di là dell’amministrazione comunale, questa città non riesce a esprimere le sue potenzialità. Le colpe non sono di qualcuno in particolare, ma di tutti. Marsala è stata timida sulla vertenza con Ryanair così come sulla morte del Consorzio per la Tutela del Vino, avvenuta senza che nessuno se ne preoccupasse. Avevamo anche l’occasione di organizzare un Festival Jazz nelle cantine, ma anche questa è stata un’opportunità perduta. Mi aspetto un cambio di passo dalla giunta.
Servirebbe un rapporto diverso con il Consiglio comunale?
I rapporti con il Consiglio rischiano di diventare un alibi. Da parte dell’amministrazione comunale servono visione e progettualità .
In questo scenario c’è la possibilità per una nuova candidatura di Antonio Parrinello alle regionali o alle nazionali?
Escludo categoricamente una candidatura alle regionali, per una serie di ragioni. Ho avuto la mia occasione e le occasioni nella vita passano una sola volta. Con la riduzione del numero dei parlamentari, poi, non ci sarebbero le condizioni per una competizione ad armi pari. Per quanto riguarda le elezioni nazionali, non si può dire nulla perchè non si sa come si vota. Col ritorno del Mattarellum, però, avrei già annunciato la mia candidatura.