Caso “Maria di Trapani”, ad Alberto Lipari sequestrati due computer e un cellulare

redazione

Caso “Maria di Trapani”, ad Alberto Lipari sequestrati due computer e un cellulare

Condividi su:

giovedì 15 Giugno 2017 - 11:38

Sequestrati due computer e un cellulare ad Alberto Lipari che insieme alla marsalese Rosalba Platano, si trova sotto processo con l’accusa di maltrattamenti nei confronti di Maria Caruso, meglio nota soprattutto nei social come “Maria di Trapani”. A far scattare il sequestro sarebbe stato un fatto legato alla vicenda giudiziaria. Il Lipari avrebbe messo in rete un file audio in cui i familiari di “Maria di Trapani” direbbero: “Non la vogliamo più. Tenetevela”. Questa mossa del Lipari ha fatto scattare, però, la querela dei familiari di Maria Caruso. E di conseguenza anche il sequestro delle attrezzature del Lipari. L’attività di sequestro dei computer e del telefono cellulare, è stata eseguita dai carabinieri su ordine della procura della repubblica di Trapani. “Maria di Trapani” era stata lanciata nel panorama degli spettacoli locali dal programma di Alberto Lipari “Stranamuri Sicilianu”, ma in realtà, secondo la Procura marsalese e la parte civile, è stata vittima di gravi maltrattamenti.

A difendere i due imputati è l’avvocato marsalese Vincenzo Forti. Lipari assieme alla Platano era finito sotto processo, come si legge nel capo d’imputazione disposto a suo tempo dal giudice delle udienze preliminari Annalisa Amato, “…perchè, in concorso tra loro, dopo avere fatto acquistare a Maria di Trapani, una certa popolarità grazie a video dagli stessi girati e pubblicati su youtube, facebook, etc., dopo averla convinta a seguirli in giro per i locali della Sicilia, per fare serate di promozione di tali locali con la falsa promessa di guadagni e popolarità, approfittando anche delle sue condizioni di deficit cognitivo per un mese, la tenevano reclusa in una stanza presso un’abitazione di Marsala, dove la donna era costretta ad espletare i propri bisogni in una pentola, veniva mal nutrita e privata dei presidi igienici più elementari, fatta oggetto di dileggio e derisione, e quotidianamente percossa dai figli della Platano”.

I fatti si sarebbero verificati nell’agosto del 2013. Successivamente, tra il settembre 2013 e l’ottobre 2014, sarebbe stata ospitata in un’abitazione del villaggio Kartibubbo di Mazara del Vallo di proprietà della Platano, dove oltre a subire le medesime “vessazioni”, avrebbe anche svolto le pulizie di casa e altre incombenze. Poi la sera, “…veniva agghindata e trascinata presso vari locali per le serate promozionali, per le quali non le veniva mai consegnato alcun tipo di compenso, che veniva sempre incassato dal Lipari e dalla Platano”

Condividi su: