La decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere l’amministrazione comunale a Castelvetrano, disponendo l’annullamento della consultazione elettorale che si sarebbe dovuta tenere domenica ha naturalmente suscitato un acceso dibattito all’interno della comunità locale. Abbiamo chiesto pertanto a Giacomo Bonagiuso, regista teatrale e protagonista di primo piano del panorama culturale castelvetranese, di inviare alla nostra redazione un commento su quanto avvenuto in queste ore.
Castelvetrano è composta da una maggioranza silenziosa di persone umili, per bene, che ho scoperto ogni giorno nei cortili profondi, nelle periferie. Poi c’è una maledetta zona grigia, permeabile al giogo della mafia, o che di mafia vive. Infine ci sono i mafiosi: e chi può negarlo, se solo si ascoltano le parole del Prefetto in Commissione Antimafia! Il valore assoluto della politica, in frontiere come le nostre, dovrebbe essere quello di tenere ai margini le zone grigie. Isolarle, non concedere loro spazi, neanche di opinione, né candidature, e non commettere il peccato peggiore per l’attività di un politico: l’omissione. Non bisogna mai omettere la vigilanza. Mai. Specie nella nostra terra. Questo peccato di omissione a mio avviso è stato compiuto a Castelvetrano, e da qui lo scioglimento per mafia; è stato un peccato compiuto per inesperienza, per arroganza, per una tara filosofica: quel retaggio di pensiero spicciolo che intende la politica nella sua accezione più prosaica, ed ovvero come costruzione di un potere personale. Se non si abbattono i padri sembra quasi che non si eserciti una condizione di potere reale. Una follia! Perché poi devi amministrare e sono cavoli amari! In politica spesso si sconta un’ignoranza crassa, esibita addirittura con orgoglio. Studiare è diventata una colpa! Le Università della vita, dopo le telematiche, tengono banco! Ed invece, una famiglia funziona solo se i genitori procreano con amore figli che però avranno bisogno dei nonni e delle radici. E le radici sono cultura. Da elaborare, ma dopo averle comprese. Bruciare Roma fa soltanto finire nei libri di storia. E qualcuno a Castelvetrano adesso c’è entrato. Nella storia piccola di una Città allo sbando. Forse sarebbe stato più coraggioso salvare questa Città un anno e mezzo fa, quando le avvisaglie c’erano tutte. Ma l’arroganza del potere non ha declinato! Ed eccoci adesso ad uno scioglimento che è il peggiore degli scenari, la morte della democrazia, ma che tuttavia azzererà deliri e posizioni di potere… Da oggi tutti in egual misura faremo anticamera, e le scomuniche che il potere e la sua stampa di regime hanno propagandato saranno azzerate! Per questo noi non ci fermeremo. Noi continueremo a fare politica nell’unico modo che sappiamo fare: contribuendo alla crescita culturale di un luogo ormai segnato da un quinquennio di abbandono.
Giacomo Bonagiuso