I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e Palermo hanno notificato ieri l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Trapani su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti del deputato regionale Girolamo Fazio e dell’armatore Ettore Morace, tratti in arresto il 19 maggio nel corso dell’operazione “Mare Monstrum”.
L’indagine, originariamente condotta dalla Procura di Palermo, era stata trasmessa, per competenza, a quella di Trapani.
Secondo il Giudice delle Indagini Preliminari l’attività investigativa, condotta dai Carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Trapani, ha ulteriormente aggravato il quadro indiziario a carico degli indagati per le ipotesi di corruzione e traffico di influenze.
Di fatto, non cambia nulla per Fazio, che resta ai domiciliari come già lo era stato dal 19 maggio. Morace invece potrà lasciare il carcere “Pagliarelli” di Palermo in virtù di quest’ulteriore ordinanza che va nella stessa direzione di quanto disposto nei giorni scorsi dal gip di Palermo Marco Gaeta, che aveva però lasciato per competenza l’ultima parola al Tribunale di Trapani.
L’inchiesta “Mare Monstrum”, com’è noto, sta avendo riflessi importanti anche sulla campagna elettorale per le amministrative a Trapani, a cui Fazio è tuttora candidato a sindaco. A riguardo, con una nota firmata da Francesco Salone, Diego Di Discordia e Girolamo Marino, il coordinamento politico della coalizione conferma la propria fiducia in Fazio e la partecipazione alla campagna elettorale per il consiglio comunale e per la corsa alla sindacatura.
“I tempi si allungano ancora – si legge nella nota inviata alla stampa – in attesa dell’interrogatorio di Mimmo Fazio innanzi al GIP; ma la convinzione che Fazio chiarirà la sua posizione e l’impegno dei candidati non vengono meno. L’inaspettata decisione dei giudici, nel merito della quale non entriamo per quel rispetto istituzionale che proprio Fazio ci chiederebbe per primo, rafforza in tutti noi il convincimento che è necessario un supplemento di vigore politico per far comprendere la solidità del programma amministrativo che candidati delle liste e candidato sindaco avevano immaginato insieme per rilanciare la città di Trapani, per restituirle la dignità sottrattale da trascuratezza e abbandono. Questa sera amici (ieri per chi legge ndr) elettori e simpatizzanti che avevano affollato il comitato di via Viriglio per una ordinaria riunione politico elettorale hanno appreso la notizia con iniziale mestizia, ma con altrettanta energia e con applausi hanno salutato gli interventi dei candidati che con forza hanno ribadito che non lasceranno il campo del confronto democratico e che sosterranno fino alla fine la proposta amministrativa ed il candidato Mimmo Fazio. La conclusione dell’incontro è stata uno spontaneo passa parola tra i candidati ed i sostenitori: io ci sono. Noi ci siamo con l’amore di sempre, con più forza di prima”.
Al di là del fronte trapanese, com’è noto l’inchiesta “Mare Monstrum” sta coinvolgendo anche il presidente della Regione Rosario Crocetta, iscritto sul registro degli indagati. Per lui è stato fissato un’interrogatorio per il prossimo 6 giugno in cui dovrà chiarire davanti ai magistrati una serie di aspetti che lo vedono coinvolto. Nel frattempo, attraverso il deputato regionale Giancarlo Cancelleri, il M5S ha chiesto le dimissioni del Governatore: “Lo abbiamo detto a caldo e lo ripetiamo con forza ora: Crocetta deve dimettersi. Quello che, a quanto riporta la stampa, risulterebbe dall’informativa dei carabinieri si configura come un intollerabile e inqualificabile uso della cosa pubblica a fini privati. Crocetta avrebbe pressato per un prolungamento del servizio di collegamento navale con Filicudi, a quanto si apprende, per questioni di cuore, quindi di natura personale che nulla hanno a che vedere con gli interessi della collettività, visto che lo stesso armatore Ettore Morace era certo dell’inutilità di un servizio invernale, periodo in cui sarebbero mancati i passeggeri. Il fatto che il collegamento alla fine sia stato prolungato solo per dieci giorni non attenua le sue responsabilità”.