Luci ed ombre, scenografia minimal e geometrica l’ambientazione di “Forget (I Fiori di Loto)”, lo spettacolo teatrale portato in scena dalla Compagnia Teatron per la rassegna BaluArte, tratto dal romanzo “La regola del tantalio” del drammaturgo Claudio Forti. Il lavoro più complesso per gli attori ed il regista Salvo Ciaramidaro… il più difficile quanto il migliore mai rappresentato. Rispetto al noir di Forti – che punta più sull’identità perduta e i dubbi e le paure dell’esistenza umana – il lavoro fatto da Teatron accende i riflettori su un aspetto del romanzo, ovvero quello soprannaturale, quello in cui esseri sintetici ci governano deviando le menti, rendendoci un popolo schiavo. La storia parte in maniera folgorante, “nuda” e cruda potremmo dire, volta a stupire lo spettatore, con il protagonista Norman Barclay interpretato da Demetrio Rizzo. Ma non vogliamo “spoilerarlo” per chi ancora non ha visto il lavoro. Rizzo assieme a Peppe Di Girolamo nelle vesti di un enigmatico John Smith, si aprono e si trovano a loro agio sempre di più, man mano che la narrazione si evolve. L’uno il “pupo”, l’altro il burattinaio, bene e male facce della stessa medaglia. “Nella vita ci sono personaggi e comparse, tu invece non esisti”, apostrofano all’alto dirigente Barclay.
L’aspetto sonoro e visivo, soprattutto verso il finale, mantengono il velo di mistero e inquietudine in stile Lynch, che sulla scena si materializza. Sulle caldi luci rosse, Norman incontra Nora/Diana D’Angelo che ha già più volte (di)mostrato la sua bravura, mettendo a nudo diverse sfaccettature volte a disorientare l’osservatore, ad inebriarlo di bugie, di brama di potere. Il regista Ciaramidaro nei panni del dottor Jeremy Kalwinsky, colui a cui si rivolge Norman per cancellare i ricordi che lo tormentano la notte, sforna una delle sue migliori interpretazioni fino ad un finale “agonizzante”. Applausi accompagnano l’interpretazione della “clochard” Grazia Pace, la new entry del gruppo attoriale, visionaria solo per chi non riesce a guardare oltre… non è un mondo fatto per i deboli. I lunghi minuti di applausi uniscono pubblico e critica proprio perché non era uno spettacolo facile da rappresentare. Ma sul palco c’erano degli attori più che validi, i migliori che la Città negli anni ha “preparato” e che oggi ha apprezzato. Per questo “Forget” continuerà a stupire…