Sono andati via ieri mattina. Erano 31, molti meno di quanto fossero fino allo scorso anno, quando il Centro di accoglienza straordinaria presso la Casa di Riposo Giovanni XXIII era arrivato ad ospitare 120 richiedenti asilo.
La motivazione ufficiale è che il Comune sta per avviare i previsti interventi di ristrutturazione della struttura. Tuttavia, come abbiamo scritto in questi giorni, restano molti dubbi sul futuro dell’Ipab, gravato da una delicata situazione debitoria che sicuramente non consente di essere ottimisti.
A sorprendere, sia i richiedenti che gli operatori, tuttavia, è stata però la tempistica della comunicazione inviata dalla prefettura di Trapani nella tarda mattinata di martedì, a meno di 24 ore dal trasferimento degli immigrati in altre strutture della provincia (Alcamo, Castellammare, Triscina di Selinunte). Accanto a loro, faranno le valigie una mediatrice culturale e una psicologa che avevano lavorato (in regime di partita Iva) presso il Cas e che nonostante i ritardi nel pagamento degli stipendi si sono adoperate con professionalità, assieme al resto dello staff, per favorire l’integrazione dei richiedenti asilo, provenienti da Nigeria, Gambia, Burkina Faso, Mali, Costa d’Avorio e Ghana.
Un processo passato attraverso l’iscrizione di molti di loro nelle scuole e la sottoscrizione di contratti di lavoro con alcune aziende del territorio. Il trasferimento in altre città interromperà inevitabilmente questo percorso, costringendo molti di loro a ricominciare tutto daccapo. “Non è un trattamento umano”, ha detto qualcuno di loro, mentre i più hanno accolto con rassegnazione la notizia del trasloco. I preparativi per la partenza si sono svolti in un’atmosfera triste, ma serena, senza alcun problema di ordine pubblico. Magari si sarebbe potuto pensare di far spostare i 31 richiedenti da un’ala a un’altra della struttura durante i lavori, un po’ come si è deciso di fare con i 32 anziani che si trovano attualmente alla Casa di Riposo. Ma ormai la decisione è presa.
Nell’attesa che si concludano i lavori di ristrutturazione, occorrerà però prendere delle decisioni adeguate per il futuro dell’Ipab, in modo da scongiurarne l’estinzione.