Sono 18.187 gli stranieri (comunitari e non) residenti in provincia di Trapani. Un dato che colloca il territorio trapanese al quinto posto in Sicilia, dietro Palermo, Catania, Messina e Ragusa. A certificare la presenza straniera in Italia e nelle singole regioni è il Dossier Statistico sull’immigrazione 2016, che è stato presentato a Marsala, nel corso di un’iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Amnesty International e il Centro Studi e Ricerche Idos, curatore del Dossier.
Dai dati illustrati da Maria Paola Nanni (del Centro Idos) si evidenzia ancora una volta come la Sicilia continui ad essere una regione di transito, in cui gli stranieri che scelgono di risiedere sull’isola sono soltanto il 3,6% rispetto alla popolazione siciliana nel suo complesso. Per quanto riguarda la loro provenienza, nel 43,7% dei casi si tratta di europei (soprattutto romeni, ma anche albanesi o polacchi), mentre il 31,7% è composto da africani (su tutti, tunisini e marocchini). Gli asiatici sono invece pari al 21,9% (con una prevalenza dallo Sri Lanka tra Palermo, Catania e Messina, mentre risultano in calo i cinesi). Interessante notare anche come nel 47,6% dei casi gli stranieri residenti in Sicilia siano di religione cristiana, mentre i musulmani sono il 36,3% e i buddisti il 6%.
Dal Dossier emerge che nell’isola non ci sono particolari difficoltà nella convivenza tra diverse professioni religiose. A riguardo, viene citato il caso di Mazara del Vallo, in cui “gli autoctoni tollerano i suoni emanati dall’altoparlante del luogo di culto, mentre i tunisini praticanti si limitano a tre richiami eliminando quello dell’alba e quello della sera per non disturbare il sonno dei concittadini mazaresi”. Eterogenea la distribuzione per età, con un picco di minori non accompagnati a Marsala. Scorrendo altri dati, emerge che le denunce a carico di stranieri non superano il 16% a livello regionale (nel trapanese arrivano al 17,6%).
Per quanto concerne invece il mercato del lavoro, gli occupati nati all’estero sono quasi 11 mila in provincia di Trapani (pari al 10,5%), con una particolare concentrazione nell’agricoltura. Chiaramente questi dati, non possono tener conto del sommerso. E in quest’ambito, merita attenzione la denuncia di Alberto Biondo (Osservatorio siciliano sull’immigrazione “Borderline”) che ha evidenziato come le campagne di Campobello e Marsala siano per diversi mesi affollate da vere e proprie tendopoli in cui trovano spazio migranti “invisibili”, che sono usciti dai centri d’accoglienza senza il riconoscimento del diritto d’asilo ma non sono stati rimpatriati. Uomini (o donne) di giovane età che in molti casi vivono “in condizioni disumane” e che sovente sono oggetto di sfruttamento, a seconda delle emergenze del mercato locale.
Il professore dell’Università Kore di Enna Karim Hannachi ha invece voluto sottolineare come il numero di siciliani all’estero (trasferitisi in Germania, Belgio, Argentina, Svizzera, Francia o Usa) sia di quattro volte superiore a quello degli stranieri residenti sull’isola. “Nessuno sceglie dove nascere, si nasce e basta”, ha evidenziato Hannachi, ricordando le responsabilità politiche dell’Occidente nelle situazioni di crisi da cui scappano i migranti che arrivano sulle nostre coste.
“La migrazione è un fatto umano che avviene da sempre e non potrà essere fermato”, ha aggiunto Liliana Maniscalco di Amnesty International, citando la campagna “I welcome” che chiede canali sicuri per i rifugiati. Nell’occasione, il consigliere Daniele Nuccio (che ha moderato l’incontro) ha annunciato la volontà del Comune di Marsala di aderire alla campagna di Amnesty “Verità per Giulio Regeni”, come auspicato nelle scorse settimane dalla nostra testata, che si era fatta promotrice della proposta sul territorio. Ad aprire i lavori del convegno era stato il sindaco Alberto Di Girolamo, sottolineando il valore della disponibilità “nei confronti di coloro che fuggono dai loro paesi per necessità o per evitare guerre e persecuzioni”. L’assessore alla pubblica istruzione Anna Maria Angileri, che ha promosso l’incontro assieme al consigliere Nuccio, ha invece chiuso i lavori con un intervento incentrato sul ruolo che può avere la scuola (“luogo delle regole comuni e delle pari opportunità”) nel favorire i processi di inclusione degli studenti stranieri.