Barelle e barellieri

Gaspare De Blasi

Marsala

Barelle e barellieri

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martedì 24 Gennaio 2017 - 06:21

Ci è sembrato di capire, anche alla luce dei numerosi comunicati stampa giunti alla nostra redazione a firma dei deputati regionali, che l’ospedale di Marsala è …salvo. Ora chi lo volesse uccidere (o almeno ferire) non si è mai capito bene. Si è passati da una versione, al suo opposto. Il tutto sostenuto dalle stesse persone che evidentemente in modo repentino hanno cambiato idea. Ora a noi chi ha soltanto certezze ci ha sempre dato fastidio. Quindi ben venga chi cambia posizione su un determinato argomento, si vede che ha più di una idea. Giudicate voi: l’assessore regionale alla sanità, Baldo Gucciardi, nostro conterraneo e vicino di casa (è originario di Salemi), aveva sostenuto (e secondo noi con un fondamento di verità) che i poli sanitari d’eccellenza non debbono per forza essere “sotto casa”. Avere un grande centro di qualità per la cura di alcune patologie può essere distante anche alcune decine di chilometri. Altra cosa sono i centri di pronto intervento che debbono essere quanto più presenti nel territorio. Questa era la linea guida che aveva portato il governo regionale a varare un nuovo piano sanitario. Poi le proteste (a volte anche queste legittime) dei territori hanno portato Gucciardi e i sui collaboratori a fare marcia indietro. Le grandi strutture, anche se limitrofe tra di loro, non solo non si dimensionano ma anzi si debbono potenziare. Hanno cambiato idea, ma spacciarla come la vittoria per il salvataggio dell’ospedale “Paolo Borsellino” non solo ce ne corre ma va etichettata come una sana ipocrisia politica. Per concludere questo ragionamento sulla sanità nella nostra isola, noi che assieme a voi, toccando ferro e quant’altro, speriamo di non averene mai bisogno, citiamo un episodio che suo malgrado è assurto agli onori della cronaca. Nei giorni scorsi a Villa Sofia nosocomio palermitano dove da settimane, a causa dell’elevato numero di persone che si presentano al pronto soccorso, il numero delle barelle è diventato insufficiente i pazienti vengono curati direttamente sulle lettighe tirare fuori dalle ambulanze. Così, un’ambulanza del 118 è rimasta bloccata davanti al pronto soccorso per sei ore e 40 minuti, poco meno di un intero turno di servizio, E questo in attesa che la barella dell’ambulanza venisse riconsegnata dal pronto soccorso. Gli infermieri dell’ambulanza hanno tentato in tutti i modi di farsi riconsegnare la lettiga (senza cui l’ambulanza non può essere utilizzata), ma ci sono volute più di sei ore per recuperare una barella dell’ospedale per trasferire il paziente arrivato in pronto soccorso alle ore 10,57. Solo alle 17,37 gli addetti dell’ambulanza sono potuti rientrare in centrale. A volte guardare qualche telefilm americano dove i sanitari del pronto soccorso sono più numerosi dei pazienti, non farebbe male.

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