Resta alto l’allarme occupazionale per i dipendenti dell’Istituto del Vino e dell’Olio di cui 8 in servizio nella storica sede marsalese di via Trapani. Ne abbiamo parlato con Giacomo Manzo dipendente locale dell’istituto. “A distanza di quasi sei mesi dalla nomina – ci dice il sindacalista dell’Ugl – il dott. Cusumano, non è riuscito, nonostante la sua buona volontà, a mettere a fuoco i problemi dell’Ente”. Secondo quanto afferma Manzo, da oltre cinque anni non viene assicurato il pagamento con regolarità ai dipendenti dislocati nei cinque istituti siciliani di Palermo, Marsala, Ispica, Milazzo e Alcamo. “Si tratta – continua il funzionario – di vincitori di concorso altamente qualificati, che fanno fatica a mantenere le proprie famiglie. Nello stesso tempo si mette a rischio il funzionamento dell’Ente stesso”. L’istituto Vite e Vino fu fondato nel febbraio del 1952 e da allora opera occupandosi, come ci specifica lo stesso Manzo, di tutta la filiera del settore. “Mi preme sottolineare – continua – che la situazione debitoria dell’Ente la si deve imputare non tanto al periodo gestito dai consigli di amministrazione a suo tempo nominati né ai dipendenti dell’Ente, ma alla fase gestionale dei Commissari e Direttori Generali, nominati dagli assessori alla Presidenza della Regione che si sono avvicendati negli ultimi cinque anni”. Secondo quanto affermato dal rappresentante dell’Ugl la responsabilità di questa debacle ricade interamente sulla politica, che a suo dire risulta inefficace e irresponsabile. “Il metodo che adotta questo governo regionale – continua Giacomo Manzo – è quello di fare ricadere la responsabilità su lavoratori, padri di famiglia che da sempre, onestamente ogni giorno, hanno portato avanti (spesso a proprie spese) la grande mole di lavoro che è stata e viene loro assegnata”. L’ente non è direttamente regionale ma “…quando conviene siamo regionali. Ora per si dà la responsabilità della mancata corresponsione degli stipendi alla legge regionale del 1997 art. 32 che impedisce la regolare gestione e assegnazione delle somme per il regolare funzionamento e per il pagamento degli stipendi. Legge che va cambiata immediatamente dal governo regionale, evitando di creare una categoria di dipendenti “figli di un Dio minore”. A questa situazione si aggiunge che la gestione, in questi anni, è stata appesantita dai continui tagli della politica di risanamento e di bilancio, imposta dal governo alla Regione Siciliana, ma è anche vero che l’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio è fra i pochi, se non l’unico, Ente virtuoso della regione stessa. Infatti, nonostante gli introiti provenienti dalle certificazioni dei vini ad esso assegnato con decreto, l’Ente stenta a risalire la china, perché appesantito da una voragine finanziaria, causata da una gestione allegra del recente passato”. Il sindacato lamenta anche l’assenza di dialogo con l’interlocutore politico. “Abbiamo scritto più volte all’assessore all’agricoltura Antonello Cracolici per chiedere un incontro – conclude Manzo -. Attendiamo non dico una convocazione, ma una risposta. È opportuno, vista la situazione economica dell’Ente, che l’assessore intervenga presso gli uffici competenti, al fine di evitare il blocco delle attività e la messa in mora dell’Ente stesso”.
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