Non c’entra nulla, ma useremo l’aneddoto perché riguarda la stessa struttura. Non molto tempo fa, durante una conferenza stampa, l’assessore alla salute Baldo Gucciardi, spiegando il nuovo piano sanitario in Sicilia (a proposito onorevole, ma che fine ha fatto?) affermò che l’ospedale Cannizzaro di Catania ha una struttura e delle professionalità all’avanguardia. Mentre continuava a tesserne le lodi, il vostro cronista lo interruppe dicendo che forse stava parlando degli ospedali di certi telefilm americani dove chi arriva al pronto soccorso è sempre in minoranza rispetto al personale medico. Mentre da noi… Abbiamo pensato a questo episodio (che non c’entra nulla, lo ripetiamo), quando si è appreso della morte di una giovane, Valentina Milluzzo di 32 anni, al quinto mese di gravidanza grazie alla procreazione, e dei due bambini che portava in grembo, un maschietto e una femminuccia. Ricoverata lo scorso 29 settembre proprio all’ospedale Cannizzaro (quello che assomiglia ai telefilm), nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, il suo quadro clinico, secondo quanto denunciato dai familiari, é precipitato in poche ore. Prima ha dato alla luce i due gemelli nati morti, poi é deceduta. Sembra (lo ripetiamo, sembra) che il ginecologo di turno fosse un obiettore di coscienza che si è rifiutato di intervenire. Ora l’obiezione per legge riguarda soltanto i medici a cui si presenta una paziente (ma si può chiamare così?) che vuole interrompere volontariamente la gravidanza. Il caso ci sembra diverso. Per salvare una vita l’obiezione, non so se ci capite, non si “applica”. Deciderà una ispezione del ministero e la magistratura catanese se ha ragione il medico o i familiari della povera ragazza. Il caso invece ci ha dato lo spunto per una ricerca e abbiamo scoperto che circa il 90% dei ginecologi ospedalieri italiani sono obiettori. Nessuno può agire con leggerezza in casi simili: ma se una donna, con tristezza e dolore, decide di disfarsi nei tempi previsti dalla norma, del frutto di pochi minuti di piacere, che deve fare? Rivolgersi alle mammane come si faceva una volta? Oppure andare all’estero? O cercare chi sono in giro per L’Italia quel 10% di ginecologi ospedalieri che non sono obiettori? Giriamo la domanda al ministro Beatrice Lorenzin, quella degli spot sul fertility day.
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