Il vicepresidente del Consiglio comunale di Marsala Arturo Galfano ha presentato un’interrogazione scritta in cui chiede chiarimenti sulle scelte operate dall’amministrazione rispetto all’utilizzo di Palazzo Grignani. Il capogruppo del Psi, in particolare, si mostra poco convinto della scelta di concedere i locali della struttura per la “Festa della birra” che si terrà nei prossimi giorni a Marsala e dell’opportunità di destinare in via provvisoria alcune stanze al progetto Fab Lab, dedicato all’innovazione e alla creatività. Galfano ricorda che Palazzo Grignani è stato concesso in comodato gratuito dalla Regione al Comune di Marsala a tempo indeterminato, a condizione che l’ente lo adibisse a sue spese, “nel pieno rispetto delle sue caratteristiche architettoniche, a Centro Polivalente di Riferimento alla Cultura Storica della Città legata anche e soprattutto al glorioso “Vino Marsala” e che in ogni caso restavano escluse manifestazioni di carattere elettorale e qualsivoglia attività diretta e indiretta finalizzata alla propaganda politica”.
Il vicepresidente del Consiglio comunale evidenzia poi che “come previsto dall’articolo 5 della convenzione, l’immobile dovrebbe essere destinato ad uso esclusivo pubblico, pena la revoca immediata della concessione stessa, e come previsto, altresì, al successivo articolo 6 il Comune si obbliga a norma dell’articolo 1804, comma 2 del codice civile a non sub locare e a non concedere ad altri il godimento dei locali dell’immobile, nemmeno in parte, senza il consenso dell’Assessorato ai Beni Culturali”. Alla luce di ciò, Galfano chiede al sindaco Di Girolamo e all’assessore al patrimonio Salvatore Accardi di “porre maggiore attenzione all’utilizzo del Palazzo Grignani”, ritenendo che la “Festa della Birra” omaggi una bevanda considerata “antagonista” rispetto al Vino Marsala. Inoltre, il capogruppo Psi chiede come mai – e qui il riferimento è al Fab Lab – “l’Amministrazione Comunale abbia concesso con deliberazione di Giunta (n.189 del 2/9/2016), i locali ad altra Associazione, senza la preventiva autorizzazione della Regione, venendo meno a quanto previsto dal contratto di comodato e rischiando, dopo aver impiegato delle somme per il restauro, che la Regione possa procedere alla revoca della concessione dell’antico Palazzo”.
