De Mauro: “Con Marsala un rapporto elettivo. Si punti su cultura e solidarietà”

Vincenzo Figlioli

De Mauro: “Con Marsala un rapporto elettivo. Si punti su cultura e solidarietà”

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venerdì 02 Settembre 2016 - 07:27

Da ieri l’ex ministro della pubblica istruzione Tullio De Mauro è a tutti gli effetti un cittadino marsalese. Nel corso di un’iniziativa organizzata al Convento del Carmine, l’illustre linguista è stato protagonista della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria. Prima, però, con competenza e lucidità aveva tenuto un’approfondita “lectio magistralis” sull’Europa, soffermandosi sulle sue radici culturali. Ad aprire il pomeriggio il saluto istituzionale del sindaco Alberto Di Girolamo, l’assessore alla cultura Clara Ruggieri – che ha ripercorso le tappe principali della carriera di De Mauro – e il consigliere Daniele Nuccio, tra i promotori dell’iniziativa. L’intervento del linguista è stato preceduto anche dalla lettura, da parte di Alessandra De Vita, di alcuni stralci del Manifesto di Ventotene.

Nel corso della serata, l’ex ministro si è anche intrattenuto con la nostra redazione per una breve intervista.

Come nasce il suo rapporto con Marsala?

E’ un rapporto elettivo, perchè girando negli anni per diversi luoghi e andando per diversi anni in altri posti siciliani, in particolare Lampedusa, ho scoperto la bellezza e la quiete dello Stagnone. E quindi ci siamo affezionati a questo posto, abbiamo preso una casetta e veniamo ogni volta che possiamo.

Da marsalese ormai adottivo che suggerimento darebbe agli abitanti di questa comunità e agli amministratori?

Quello di sviluppare, come si dovrebbe fare dappertutto, una solidarietà reciproca tra chi vive qui e chi viene da fuori. E poi la cultura, l’istruzione, la lettura. Si tratta di un fattore importante di migliore vita sociale, migliori possibilità economiche. La cultura paga. Checchè ne abbia detto qualche anno fa un ministro, con la cultura si mangia e si vive meglio.

Diciamo spesso che in Sicilia si potrebbe vivere di cultura e turismo.

Non c’è dubbio. La Sicilia potrebbe e dovrebbe organizzarsi per vivere anche di turismo, cultura, della sua storia, del suo essere.

D’altra parte, in questi anni proprio la cultura è stato il settore in cui si sono registrati i maggiori tagli da parte delle amministrazioni.

E’ un errore che alcuni governi hanno commesso, speriamo si corregga con il tempo.

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