Domani, alle ore 17.30, nel Complesso San Pietro il Centro Internazionale di Studi Risorgimentali e Garibaldini presenta il volume di Rosario Lentini, noto storico dell’economia siciliana, dal titolo “L’invasione silenziosa. Storia della fillossera nella Sicilia dell’800”, Torri del Vento editore. L’opera che colma un vuoto nella storia economica siciliana è molto importante perché segue l’infezione sin dalla prima scoperta in Francia, i primi studi del parassita e sugli effetti nelle viti, la sua diffusione in tutta l’Europa ed in Sicilia, i vari tentativi per debellarla e finalmente la diffusione della nuova tecnica dell’innesto sulla vite americana. Dialogheranno con l’autore, Natale Musarra ed Antonella Ingianni su un evento epocale che sconvolse l’agricoltura europea nella seconda metà dell’Ottocento e dei primi decenni del ‘900. L’occasione è molto importante per richiamare alla memoria storica un evento, quasi dimenticato e trascurato dagli stessi storici, che segna la fine della viticoltura tradizionale e l’inizio della moderna viticoltura e che ebbe profonde ripercussioni sull’agricoltura e sull’economia europea e sulla vita di milioni di persone. Un parassita venuto dal Nord America nella seconda metà dell’Ottocento scoperto in Francia, attaccava le radici delle viti portandole ben presto alla morte. La sua avanzata, lenta ma inarrestabile, mise in crisi non solo la viticoltura ma anche le condizioni sociali ed economiche del mondo agricolo, gettando sul lastrico le famiglie contadine e spingendole, come avvenne in Sicilia, ad emigrare.
Scienziati cercarono di bloccare la lenta avanzata dell’infezione, ricorrendo alla chimica ed i governi giunsero ad ordinare l’estirpazione forzata delle viti malate nel tentativo di creare un cordone che facesse da argine alla sua diffusione. Trascorsero vari decenni prima che la nuova tecnica di coltivazione, che prevedeva il riempimento sul piede americano, si diffuse con buoni risultati. In Sicilia il primo focolaio di infezione fu scoperto a Riesi in provincia di Caltanissetta nel 1880. Nelle campagne marsalesi la fillossera comparve nel 1898 e già nel 1906 la superficie vitata della provincia di Trapani si era quasi dimezzata, riducendosi ad appena 35mila ettari. E dire che negli anni che vanno dal 1872 al 1887-1888, le esportazioni di vino siciliano erano passate da 145mila hl. A 760.434 hl., dirette per lo più verso la Francia, proprio a causa dei gravissimi danni arrecati dalla fillossera. La ricostruzione dei vigneti francesi e la guerra doganale con la consorella improvvisamente facevano crollare del 50% le esportazioni.
Il conseguente calo dei prezzi aveva pesantissime ripercussioni sull’economia viticola e sulla società siciliana. La scoperta nelle campagne marsalesi dell’infezione della fillossera nel 1898 mise in ginocchio l’economia viticola e costrinse molti concittadini ad emigrare. La reazione a questo stato di cose fu ammirevole e tutte le energie economiche, intellettuali e politiche cittadine si coalizzarono per superare le difficoltà. Si trattava di convincere i contadini ad abbandonare le tradizionali tecniche di coltivazione per introdurre il sistema dell’innesto sulle barbatelle americane. La mobilitazione fu generale e un’intensa opera di convincimento e di sostegno venne svolta dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Dell’Orto, dal Consorzio antifillosserico, dalla Scuola pratica di agricoltura, dalla Scuola Agraria, dai vivai governativi e comunali, i quali, sotto la direzione del prof. Federico pause, distribuirono in 15 anni tre milioni di barbatelle, dando vita alla nuova viticoltura.
Maurizio Signorello