Domenica gli alcamesi tornano ai seggi elettorali per scegliere il loro sindaco. Nei giorni scorsi abbiamo intervistato Domenico Surdi, candidato sindaco del M5S, che ha ottenuto al primo turno il 48,14% delle preferenze. A contendergli la vittoria finale Sebastiano Dara (ABC), che parte dal 17,37% dei consensi.
Tra lei e Surdi, in ogni caso gli alcamesi hanno dato un segnale di rottura con il passato. Se lo aspettava?
Me lo aspettavo, perché Alcamo ha rotto con il passato già quattro anni fa, nel 2012, quando noi di ABC abbiamo avuto per primi il coraggio di batterci contro un sistema di potere che sembrava invincibile e siamo stati premiati dai cittadini. Per noi il ballottaggio rappresenta una conferma, rispetto a una volontà di legalità e rinnovamento già chiaramente espressa dagli alcamesi 4 anni fa, volontà che abbiamo onorato con un’opposizione seria e senza compromessi in consiglio comunale. Noi non rappresentiamo solo la rottura con il passato ma anche la prospettiva di un futuro pieno di proposte concrete per Alcamo, perché abbiamo dato prova di coerenza politica, siamo ben radicati nel territorio, ne conosciamo i problemi e ci presentiamo con una proposta programmatica ambiziosa ma realizzabile.
A distanza di quattro anni ABC si ritrova al ballottaggio con un ampio distacco da recuperare. Come pensa di riuscirci?
In un ballottaggio si parte sempre da uno 0 a 0. Lo sanno anche gli amici del Movimento 5 Stelle che, infatti, non hanno smesso di fare campagna elettorale in queste due settimane. Nel 2012 ABC andò al ballottaggio partendo da un distacco ancora più ampio rispetto allo schieramento opposto, ma quel distacco si dimostrò apparente, tanto che che alla fine fu colmato. Quello che è successo dopo è cronaca giudiziaria. Questa volta l’avversario è completamente diverso e ce la giocheremo sui programmi e sulle competenze. Sono convinto che gli alcamesi riconosceranno in ABC la forza più adatta per andare al governo della nostra città. La nostra proposta programmatica è seria e credibile e abbiano al nostro interno, nella giunta assessoriale, ma anche tra gli attivisti, le persone e le competenze giuste per poterla realizzare. Anche l’esperienza amministrativa non ci manca e questo aspetto sarà fondamentale per affrontare le sfide che una macchina burocratica complessa come quella alcamese porrà alla nuova classe politica, dopo anni di cattiva amministrazione.
Quali sono gli aspetti di questa campagna elettorale che l’hanno colpita maggiormente?
La volontà di cambiamento che si è concretizzata in una grande partecipazione dei cittadini al confronto elettorale. Noi e 5 stelle abbiamo colorato la città di giallo e arancione. Questo ci fa piacere e ci fa ben sperare per il futuro perché la partecipazione dal basso, degli alcamesi per Alcamo, è stata da sempre uno dei punti di forza del nostro movimento. Lo abbiamo sperimentato nel passato, ma ancora di più in questa tornata elettorale, da quando nel mese di gennaio abbiamo iniziato a definire un programma che ho già definito “corale”, aperto alle istanze e ai bisogni di tutti gli alcamesi.
Alla luce della sua esperienza da consigliere comunale, cosa ritiene che serva maggiormente per rilanciare Alcamo?
Alcamo deve recuperare la coscienza della sua Bellezza. La bellezza del suo paesaggio, dei suoi monumenti e delle sue opere d’arte, ancora troppo poco conosciute, delle sue attività culturali. La bellezza di Alcamo Marina, colpevolmente trascurata dalle precedenti amministrazioni. Ma anche la bellezza che viene dal lavoro, dall’agricoltura, dall’artigianato, dall’enogastronomia. In questo senso l’amministrazione comunale dovrà essere protagonista, assumendo il ruolo di facilitatore degli attori economici e sociali. Per questo il nostro primo obiettivo sarà quello di rendere efficiente e trasparente la macchina burocratica, di cui conosciamo le criticità ma anche le potenzialità inespresse.
Quali criteri ha seguito nella scelta degli assessori?
I criteri che abbiamo seguito sono stati quelli della competenza e, se posso dire così, del gioco di squadra. Abbiamo cercato personalità che, con la loro esperienza, potessero occuparsi efficacemente dei diversi settori dell’amministrazione e, a mio avviso, siamo riusciti a comporre una compagine assessoriale di grande livello, attingendo al bacino di quanti hanno partecipato alla redazione del nostro programma. Gino Pitò è una persona conosciuta ad Alcamo per la sua competenza in campo tecnico ma anche per la sua esperienza amministrativa e il suo impegno nell’associazionismo. Marcella Cammarata è una stimata psicologa e psicoterapeuta che si occupa da anni del sociale nella nostra città. Camillo Pugliesi è un giovane avvocato, esperto in programmazione europea; la sua esperienza ci sarà utile nel reperire i fondi necessari a realizzare i nostri progetti. E che dire di Giuseppe Cutino, artista di livello internazionale. La sua scelta indica la grande importanza che vogliamo attribuire alla cultura nella nostra azione amministrativa. E infine Mauro Ruisi, abbiccino della prima ora, con cui ho condiviso quattro anni di battaglie in consiglio comunale e che ho designato come vicesindaco.
ABC ha aderito al progetto Network assieme ad altri movimenti civici. Cosa comporta questa scelta in vista degli appuntamenti elettorali del prossimo anno, a partire dalle Regionali?
Network è una grande scommessa, non solo per Alcamo, ma per tutta la Sicilia. Si tratta di un contenitore politico che raccoglie esperienze simili alle nostre, in provincia di Trapani e non solo. Movimenti civici che si basano sulla partecipazione dal basso, che hanno il comune denominatore della legalità, della competenza e del rifiuto di un vecchio modo clientelare e inefficace di fare politica. Stiamo lavorando affinché ci sia una specie di contagio positivo; desideriamo farci portavoce di un’idea concreta di cambiamento, fatta di buone pratiche amministrative e di radicamento sul territorio. I movimenti che si riconoscono in Network non sono composti da politici di professione, ma da semplici cittadini che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze e hanno l’unica ambizione di contribuire al miglioramento della propria terra. Network vuole essere uno spazio di confronto e un laboratorio politico, un modo di fare rete che, in prospettiva, può aspirare a una rappresentanza a livello regionale.