Il giudice monocratico del Tribunale di Trapani Gianluigi Visco ha assolto il giornalista Rino Giacalone dall’accusa di aver diffamato il boss Mariano Agate. L’accusa, rappresentata dal pm Franco Belvisi, aveva chiesto una condanna a 4 mesi di reclusione e 600 euro di multa. Si è conclusa così una vicenda giudiziaria iniziata due anni fa, con la querela della vedova del capomafia mazarese Rosa Pace nei confronti del cronista trapanese, che in un suo articolo successivo alla morte di Agate (deceduto il 3 aprile del 2013) e pubblicato sul sito malitalia.it aveva definito il boss “un gran bel pezzo di merda” alla luce del ruolo di spicco ricoperto in seno alla consorteria mafiosa. Considerato uno degli uomini di riferimento di Totò Riina nel trapanese, Agate è stato condannato all’ergastolo per la strage di Capaci e per altri omicidi, tra cui quello del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto. Nel 1986 il nome di Mariano Agate fu trovato anche nell’elenco degli iscritti alla loggia massonica segreta Iside 2 di Trapani. Nel processo conclusosi oggi, Rino Giacalone, direttore del portale alqamah.it e firma autorevole del giornalismo siciliano, era difeso dagli avvocati Domenico Grassa e Carmelo Miceli.
Questo il commento di Rino Giacalone: “E’ una sentenza che spinge oggi tutti i giornalisti a svolgere questo mestiere con responsabilità e coraggio. Non è un fatto di poco conto che il giudice mi abbia assolto citando l’articolo 21 della Costituzione, quell’articolo 21 che i querelanti volevano fosse calpestato e mi spiace che abbiano trovato un magistrato pronto a dare loro ragione. Devo ringraziare i miei avvocati, gli amici di Libera di tutta Italia con Don Luigi Ciotti, oggi presente in aula, il popolo delle Agende Rosse, la Calcestruzzi Ericina e i familiari delle vittime che fin dall’inizio mi sono stati vicini”.
I legali, Grassa, Miceli e Rando: “Siamo soddisfatti della sentenza emessa dal Tribunale di Trapani, sentenza che scrive un pezzo di storia giudiziaria italiana in difesa del diritto di critica e della libertà di espressione. Sancisce il diritto di criticare i poteri forti e soprattutto coloro che rappresentano il potere mafioso nella nostra terra”.
Soddisfazione per l’esito di questa vicenda giudiziaria è stata espressa anche da Baldo Gucciardi, parlamentare regionale del PD ed assessore regionale alla Salute. “Siamo di fronte ad una sentenza che ristabilisce i valori in campo e solleva Rino, giornalista bravo e coraggioso, da un’accusa assurda e paradossale”.