Acqua e fuoco

Gaspare De Blasi

Marsala

Acqua e fuoco

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mercoledì 01 Giugno 2016 - 07:03

Il nostro è davvero un Paese strano. Non ci facciamo mancare nulla. Per colpa del clima, come se nel mediterraneo ci fossimo solo noi, abbiamo delle peculiarità che non hanno altrove. D’estate appena la temperatura si alza, scoppiano incendi che la stampa, soprattutto quella televisiva, fa a gara a definire “devastanti”. Poi un po’ di pausa autunnale, con tutti pronti a dire che “non esistono più le mezze stagioni” e arrivano i temporali. Le strade smottano i fiumi stralipano e causano danni che sempre la solita stampa definisce “ingenti”. Pensavano a questo leggendo le cronache che giungono da Pantelleria dove un grosso incendio sta distruggendo tanti ettari di macchia mediterranea. Dare la colpa solo alla situazione meteorologica ci pare un po’ superficiale. Altre zone del mondo vengono colpite da calamità naturali periodicamente. Ma si attrezzano. Se in alcuni Stati del nord America viene annunciato un tornado, si diramano bollettini, la gente viene avvertita e si organizza, aiutata dalle forze pubbliche messe in campo per la bisogna. Poi magari l’allarme è stato eccessivo e come si dice, usando un idioma diverso, anche da quelle parti, “sia scantu, sia ‘nenti”. Da noi invece si scopre che i comuni (tantissimi, non tutti), non hanno mai predisposto un piano di protezione civile. Contro i presunti piromani di Pantelleria ci si difende anche esercitando un controllo del territorio più attento. Chissà quante sono le guardie forestali in servizio nell’isola. E in Sicilia quanti sono quelli che si occupano della difesa del suolo e della prevenzione? E se malgrado tutto i piromani hanno la meglio, non sarebbe e opportuno attrezzare l’esercito italiano per spegnere gli incendi? Meglio pompieri che guerrieri in Libia. Oltre ai piromani la responsabilità del degrado del territorio spetta ad un altra categoria che inizia con la lettera p: politici. Appena piove abbondantemente, per esempio in Liguria, gli argini dei fiumi nel centro di Genova esondano. Poi arrivano le dichiarazioni di prassi dei politici locali, accompagnati dagli stanziamenti promessi dai politici nazionali. Neanche il tempo di richiamarsi al famoso detto “piove governo ladro”, che arriva un nuovo temporale e i fiumi genovesi stralipano ancora. Che ci volete fare, viviamo nel Paese più bello del mondo, ci vuole un pò di pazienza. Spioverà. Intanto arriva l’estate: attenti a dove buttate le cicche di sigarette accese (e se smettete di fumare è meglio)

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