La Casa di Riposo di Marsala (come del resto tutte le altre Ipab siciliane), sta attraversando momenti difficili dal punto di vista economico. Anni fa era stata sul punto di chiudere. Poi una parte della sua storica sede è stata attrezzata all’accoglienza dei richiedenti asilo che giungono dalle nostre parti. La somma a loro destinata per il sostentamento, era servita anche per una forma di ristoro per le asfittiche casse della storica “Giovanni XXII”. Commissario straordinario, nominato dalla Regione era il funzionario marsalese Ignazio Genna. L’incarico gli era stato più volte rinnovato. Lo scorso 9 maggio, con un decreto a firma dell’assessore regionale alle politiche sociali, in accoglienza di una nota del dirigente generale, è stato invece revocato l’incarico all’ormai ex commissario. “Si tratta di un provvedimento di natura esclusivamente politica – ci ha detto Ignazio Genna -. Inspiegabile in quanto il mio incarico era stato rinnovato lo scorso 16 marzo e sarebbe scaduto tra una quindicina di giorni”. Secondo quanto ci racconta il funzionario, la cosa sembrerebbe poi non tanto inspiegabile. “Che la Casa di Riposo Giovanni XXIII versa in acque non tanto buone è risaputo – continua Genna -. Per approntare il bilancio del 2015 mi sono rivolto ad un revisore contabile. Abbiamo convenuto che il pareggio di bilancio, con oltre due milioni di passività, era impossibile. Per questo abbiamo approntato un atto che spalmava il debito in alcuni anni”. Il risultato è stato però che la Regione ha bocciato il bilancio 2015. “Mi sono recato all’assessorato – continua l’ex commissario dell’Ipab marsalese – e ho illustrato il nostro piano di rientro. A sostegno della nostra tesi una decisione della Corte dei Conti secondo la quale l’obbligo del pareggio di Bilancio su base annuale non si applica alle Ipab, che quindi possono effettuarlo in maniera pluriennale. Da quell’incontro ho ricavato la netta impressione che la Regione voglia chiudere l’Ipab di Marsala, così come ha fatto già con altri enti similari”. Il Commissario Genna allora ha deciso di presentare ricorso al Tar. “Non me la sono sentita di chiudere l’Ipab, mandando a casa 40 lavoratori e recidendo di netto un servizio sociale storico per Marsala”. Forse è proprio per questo che, secondo Genna, è arrivato il suo l’avvicendamento. “Evidentemente il mio atteggiamento contrario alla chiusura non è piaciuto a Palermo e sono stato mandato via”. Occorre dire però che il Tar ha negato la sospensiva dell’atto e l’Ipab di Marsala, prima dell’avvicendamento del Commissario, ha presentato appello alla Cga. Nel frattempo, dopo la revoca del mandato ad Ignazio Genna, la Regione Sicilia ha provveduto a nominare un nuovo Commissario. Si tratta anche in questo caso di un marsalese, Franco Mannone, con precedenti nel ruolo, avendo diretto l’Ipab tra il 2010 e il 2011. Nella giornata di lunedì c’è stato il passaggio di consegne tra Genna e Mannone. “Ho avuto appena il tempo di dare una occhiata alle “carte” per farmi un’idea – ci ha detto il neo commissario -. Ho trovato una situazione economica disastrosa. Il Comune, con la motivazione di avere eseguito dei lavori nella parte della struttura di proprietà della casa di Riposo, da oltre tre anni non versa la retta di 51 mila euro stabilita. Si rivale sull’importo dovuto per pagarsi i lavori effettuati. La Prefettura di Trapani non versa la quota immigrati da diverso tempo. C’è poi la retta che spetta al Comune circa i pensionati ospiti nella Casa di Riposo che versano in parziale o totale stato di indigenza”. In questo caso da fonti comunale abbiamo appreso che il ritardo è di 3 mesi. “Chiederò un incontro urgente al sindaco di Marsala – ci dice Franco Mannone -. Ho appreso che ci sono lavoratori che non percepiscono lo stipendio da oltre due anni. In queste condizioni se il Comune non intende ripristinare l’erogazione della somma dovuta annualmente, è opportuno considerare l’eventualità di chiudere la Casa di Riposo”.
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