Il caso Barraco e l’urgenza di cambiare Marsala

Vincenzo Figlioli

Marsala

Il caso Barraco e l’urgenza di cambiare Marsala

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sabato 26 Marzo 2016 - 07:00

Da alcuni giorni si dibatte in città sulle dimissioni dell’ormai ex assessore Nino Barraco. Tralasciando gli aspetti politici della questione, vale la pena spendere qualche parola in più sulle motivazioni con cui l’imprenditore vinicolo lilibetano ha spiegato la propria scelta. Ed è lì che dovrebbe aprirsi un dibattito reale sugli spazi che Marsala è in grado di offrire ad un pezzo importante della sua comunità. Quella, per intenderci, che lo scorso anno si riunì intorno al manifesto degli under 40, che chiedevano di poter contribuire con le proprie competenze e le proprie idee alla gestione della cosa pubblica.

Chi in questi anni ha vissuto questo territorio cercando di confrontarsi con le sue energie migliori, sa bene che Nino Barraco è uno dei quarantenni più brillanti di Marsala, capace di costruire da zero un’azienda vinicola apprezzata in tutta Italia. E di farlo, puntando su una visione innovativa di impresa. Un approccio che ha caratterizzato anche il suo lavoro da assessore in questi mesi. Ma se uno come lui, una volta nominato assessore decide di dimettersi, ritrovandosi a prendere atto che “i tempi della politica e della burocrazia non sono congrui alle esigenze del territorio”, il messaggio è devastante per tutti i giovani e per tutti coloro che credono nell’urgenza di un cambiamento reale nell’amministrazione della città.

Al di là delle stucchevoli ironie di questi mesi sullo slogan elettorale scelto – “un sindaco perbene” – Alberto Di Girolamo ha vinto le elezioni perché ha promesso di cambiare Marsala. In campagna elettorale e subito dopo l’insediamento, si disse che gran parte del cambiamento sarebbe passato sì dalla revisione della spesa pubblica e dall’ordinaria amministrazione (pulizia della città, strisce pedonali e quant’altro), ma anche da un intervento radicale sugli uffici comunali. L’impressione, confermata dalle parole di Barraco, è che proprio su quest’ultimo fronte si sia fatto ben poco. E anche il ritardo con cui si procede alla nomina dei dirigenti, sicuramente non aiuta. Chi attraversa i corridoi degli uffici di via Garibaldi continua a conservare la sensazione di un luogo lontano dallo spirito del tempo. Si viaggia a velocità ridotta, si reiterano procedure sempre terribilmente uguali a quelle del passato, si mortificano idee e slanci che potrebbero essere molto importanti per la crescita della città. E’ vero, “Roma non si è fatta tutta in un giorno”. Ma qualche segnale di cambiamento concreto su questo fronte sarebbe quantomai importante, specie alla luce delle parole di Barraco.

Sulla sostituzione dell’assessore dimissionario, invece, per una volta riteniamo utile citare noi stessi e un articolo che abbiamo pubblicato la scorsa estate, a metà luglio, quando si attendeva che Sturiano lasciasse la giunta per dedicarsi solo alla Presidenza del Consiglio e le deleghe non erano state ancora assegnate: “Alle professionalità presenti in questa giunta dovrebbe sicuramente aggiungersene una con competenze specifiche su alcuni ambiti strategici per la città: agricoltura, attività produttive, turismo, promozione del territorio, sport. Una scelta dunque importante, che potrebbe anche passare dalla valorizzazione di quel gruppo di under 40 che alla vigilia delle elezioni aveva promosso un documento programmatico che era stato accolto con attenzione dai candidati. Sarebbe un segnale anche per quei tanti giovani fuorisede che seguono con interesse le mosse di questa giunta, nell’auspicio di veder davvero cambiare Marsala e di poter tornare a spendere le proprie energie e le proprie competenze nel loro territorio d’origine”. Continuiamo a pensarla come otto mesi fa.

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