Ora è il Ministero dell’Interno, con una nota trasmessa tramite la Prefettura di Trapani, a comunicare che in pratica i sindaci dovranno astenersi dallo svolgere ogni forma di campagna elettorale in vista del referendum popolare indetto per domenica 17 aprile 2016. Si tratta della consultazione che riguarda le trivellazioni, a scopo di ricerca di idrocarburi, nel Mare Mediterraneo. In altri tempi e con altri quesiti, forse la nota indirizzata dal ministro Alfano alle istituzioni locali, sarebbe passata inosservata. Qui però la consultazione è nata male si sta evolvendo nel peggiore dei modi. Dopo avere sbandierato negli anni scorsi, ai quattro venti, che le consultazioni elettorali, quando sono ravvicinate devono essere accorpate in una specie di Election Day (a scopo di fare risparmiare milioni di euro al Paese), il Governo Renzi si era rimangiato tutto e ha convocato i comizi elettorali per domenica 17 aprile, mentre ancora non è stata stabilita la data in cui milioni di italiani si recheranno, entro il mese di giugno alle urne per rinnovare le loro cariche amministrative (sindaci e Consigli comunali). Le opposizioni e i comitati a sostegno del voto per il SI, si erano lamentati e avevano protestato in quanto ritenevano ostativo al raggiungimento del quorum, il fatto che i cittadini non si recassero al voto lo stesso giorno per eleggere il proprio sindaco e contestualmente per promuovere o bocciare il referendum. Adesso arriva anche una sorta di “bavaglio” istituzionale che proviene direttamente dal Ministero. Intanto occorre dire che alcune “Istituzioni”, in maniera ufficiale, hanno già preso posizione. Per tutti basta ricordare il documento approvato due volte dal Consiglio comunale di Marsala, dove all’unanimità si invitavano i cittadini a recarsi al voto e a votare SI. Ora cosa accadrà? La deliberazione del Consiglio comunale lilybetano sarà ritenuta non valida? Il Ministero inviterà i cittadini a non tenere conto di quanto deciso dai loro rappresentanti? A questa polemica se ne innesca un’altra. Nella seduta del Massimo Consesso Civico lilybetano dove è stato approvato il documento pro referendum, i gruppi consiliari, soprattutto quelli dell’opposizione, avevano chiesto al sindaco Alberto Di Girolamo di prendere una netta posizione sul quesito referendario. Ci chiediamo: saranno altrettanto pronti i gruppi politici presenti a Sala delle Lapidi a condannare l’operato del Ministero? Ed il Presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano, che si è schierato in maniera ufficiale per il SI al referendum, protesterà contro chi ha deciso che l’operato del Consesso che presiede, va cassato? Ed infine, ci si chiede, il sindaco che in maniera istituzionale adesso è “obbligato” a tacere per “… doveri di equilibrio e di correttezza” nella sua qualifica di segretario cittadino del Partito Democratico, prenderà una posizione ufficiale? Per quanto ci riguarda, in mezzo a tanta confusione, noi invitiamo i nostri lettori ad andare a votare il 17 aprile e di esprimere la preferenza per il SI contro le trivelle nei nostri mari.
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