Iniziative, bilanci e denunce, ma anche mimose e serate goliardiche tra amiche: questi i principali ingredienti dell’8 marzo in un immaginario collettivo che ancora fa ancora fatica a cogliere pienamente il senso della “Giornata Internazionale delle Donne”.
In quest’ottica oggi abbiamo voluto dedicare uno spazio diverso dal solito a una storia al femminile, che racconti lo spirito del tempo attraverso un’iniziativa che nasce in un mondo solitamente riservato agli uomini, quello del vino.
La notizia, in cronaca, l’abbiamo già raccontata un paio di anni fa, quando una nota inviata agli organi di stampa presentò pubblicamente l’avvio del progetto “Marsala Ladies”, promosso da un gruppo di giovani donne in rappresentanza di alcune tra le principali cantine vinicole del territorio (Curatolo Arini, De Bartoli, Martinez e Pellegrino).
“L’idea nasce da alcune chiacchierate con Alexandra Curatolo – spiega Laura Doro, sesta generazione di casa Martinez – con cui ci siamo scoperte a parlare la stessa lingua, nella convinzione che il Marsala avesse bisogno di essere comunicato e raccontato bene. Da lì, abbiamo contattato tutte le realtà del territorio con l’obiettivo di coinvolgere in una serie di azioni comuni. A rispondere positivamente al nostro appello sono state Maria Chiara Bellina delle Cantine Pellegrino, Giuseppina De Bartoli e, in una prima fase, Sara Vesco delle Cantine Rallo. A quel punto ci siamo rese conto di essere tutte giovani e donne. E devo ammettere che un po’ ce lo aspettavamo, perché negli ultimi anni è cresciuta la connotazione rosa delle aziende e le donne hanno cominciato a far valere la loro diversa sensibilità”.
Si è quindi passati al lancio di una serie di eventi sul territorio con i ristoratori locali e l’Istituto Alberghiero. “Abbiamo costruito un format – prosegue Laura Doro – e abbiamo distribuito materiale informativo in modo da divulgare la cultura del vino Marsala, nella consapevolezza che il mercato è composto anche da consumatori che non lo conoscono o che lo conoscono tramite pregiudizi legati alla percezione di un vino eccessivamente dolce, veicolata dalla proliferazione dei prodotti aromatizzati, dal Marsala all’uovo a quello alle mandorle. Siamo rimaste soddisfatte da queste prime iniziative e da lì abbiamo cominciato a costruire un progetto che guardasse un po’ più in alto, con un’azione di divulgazione su scala nazionale, capace di rivolgersi anche all’estero.
Lecito chiedersi se in un mondo come quello del vino, fin qui territorio quasi esclusivo degli uomini, un progetto al femminile abbia avuto difficoltà a rendersi credibile. “In realtà – assicura Laura Doro – ci siamo presto rese conto che associare il brand del Marsala a delle ambasciatrici poteva portare a un valore aggiunto”.
Chiaramente, non tutte le giovani donne siciliane hanno la possibilità di guardare con ottimismo l’immediato futuro. Non a caso, gran parte di loro pensano di poter realizzare i propri progetti solo emigrando in altre regioni o all’estero. Ed è proprio da questa consapevolezza che parte l’appello finale targato “Marsala Ladies”: “Sono convinta – conclude Laura Doro – che la Sicilia abbia tante potenzialità e che il suo sviluppo dipenda proprio dai giovani che dopo aver studiato fuori dovrebbero avere il coraggio di tornare per portare avanti i propri progetti. Più ne torneranno, più sarà semplice far crescere la Sicilia”.