Continua il botta e risposta a distanza tra maggioranza e opposizioni in merito alla proposta di un “patto per il lavoro” lanciata nei giorni scorsi da Massimo Grillo. Nei giorni scorsi il sindaco Alberto Di Girolamo aveva di fatto declinato l’invito a incontrare il suo principale avversario alle scorse amministrative. Adesso, puntuale, arriva una nota da parte di dieci rappresentanti delle opposizioni che si definiscono “perplessi e amareggiati” per la risposta data dal primo cittadino lilibetano. “Preferiamo pensare – si legge nella nota – che non abbia inteso lo spirito della lettera inviatagli da Massimo Grillo. Le più elementari regole della democrazia e della politica richiedono apertura al dialogo in una logica istituzionale che deve superare ogni barriera ideologica o di parte, nell’interesse dei Cittadini marsalesi. Il nostro intendimento era e rimane quello di stabilire una forma di collaborazione istituzionale per integrare le iniziative dell’Amministrazione con quelle del Consiglio Comunale, organo che può e deve assolvere ad un ruolo centrale nel dare un indirizzo politico programmatico in grado anche di fronteggiare l’emergenza lavoro nella nostra Città. L’evidente apertura e la disponibilità al dialogo riscontrata nelle dichiarazioni del Presidente del Consiglio comunale e di diversi ed autorevoli consiglieri, tra i quali il capogruppo del Pd e di altri gruppi di maggioranza, ci inducono a pensare che vi sia lo spazio per una responsabile forma di cooperazione”. I firmatari della nota – Massimo Grillo, Giovanni Sinacori, Flavio Coppola, Sergio Bellafiore, Pino Milazzo, Antonello Parrinello, Ivan Gerardi, Ignazio Chianetta, Paolo Ruggieri e Giusi Piccione – confermano quindi di non voler andare avanti nella propria iniziativa, annunciando che dalla prossima settimana chiederanno a tutti i consiglieri comunali “di concordare un metodo di lavoro per approfondire le idee progettuali sulle quali trovare la necessaria convergenza”. “La risposta del Sindaco – concludono i dieci firmatari della nota – non può essere contro la Città. Noi siamo convinti che tutti vogliamo anteporre il bene comune e sopratutto le iniziative per creare lavoro alle distinte appartenenze politiche. Considerato che le Città italiane sono ferite dal dramma della disoccupazione, oggi più che mai, siamo certi che il nostro appello sarà recepito”.
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