Potrebbe trattarsi dell’iniziativa di qualche buontempone perditempo. O magari, potrebbe davvero essere stata ideata da un gruppo di ostinati sostenitori. Tuttavia, la scoperta della pagina Facebook “Matteo Messina Denaro – L’ultimo padrino di Cosa Nostra” non può non apparire inquietante. Specie se si nota che può contare su 1264 “mi piace”. E qui gli interrogativi sui promotori cedono il passo a quelli su coloro che con un click hanno voluto manifestare gradimento verso la figura del boss castelvetranese. Del resto non è la prima volta che si registrano iniziative di questo genere. Esiste infatti una pagina dedicata a Totò Riina con 25457 “likers”, attualmente inaccessibile.
La pagina presenta molte informazioni sulla vita di Matteo Messina Denaro estratte da Wikipedia, con riferimento anche alle inchieste in cui è stato coinvolto, alle condanne che gli sono state inflitte, ai libri che parlano di lui, alla sua vita privata e persino ai suoi numerosi soprannomi. Per certi versi potrebbe sembrare uno spazio web puramente informativo come tanti altri. Tuttavia, in coda alle informazione si legge che la pagina è stata creata “a favore del boss Matteo Messina Denaro”. E gran parte dei commenti che è possibile leggere vanno tutti in questa direzione. Ci sono gli auguri di buon anno, con 124 “like”, 47 condivisioni, tanti insulti alle forze dell’ordine e allo Stato italiano. E’ pur vero che nelle ultime ore la pagina è stata oggetto di una controffensiva da parte di tanti cittadini siciliani, che hanno scritto commenti contro Messina Denaro e la mafia, segnalando la pagina al Commissariato di Polizia on line. Tra essi anche l’imprenditrice castelvetranese Elena Ferraro, che con le sue denunce ha contribuito a far luce sulla rete di familiari e sodali che sul territorio continua a portare avanti gli interessi di Matteo Messina Denaro. E’ stata lei tra le prime a scrivere “vergogna” sulla pagina Facebook dedicata al boss, pubblicando anche il link della canzone dei Modena City Ramblers “I cento passi”, dedicata a Peppino Impastato.
“La mia reazione istintiva è stata di sconcerto ed indignazione, come la maggior parte degli uomini e donne che sanno ancora distinguere un criminale da una persona proba, ma adesso che abbiamo un po’ metabolizzato la notizia ritengo che occorra fare una riflessione seria e alla sola luce della ragione: probabilmente la mafia con il suo leader sta davvero chiudendo i battenti se i suoi amici sentono il bisogno di ostentare sui social il residuo delle ultime forze e cercare in tal modo adepti. Ormai hanno perso la guerra con lo Stato e la coscienza della gente perbene e devono farsene una ragione. È certo indisponente leggere gente invasata che violentando la grammatica italiana non riesce neanche ad articolare una frase corretta nella propria lingua madre, ma forse la rabbia deve cedere posto al desiderio di ricostruire i valori morali della coscienza individuale e sociale. È arrivato il momento di parlare e denunciare. Il tempo dell’indignazione fine a se stessa è terminato. Chi sa, con un atto di coraggio si faccia avanti e denunci la corruzione”.