Il futuro dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi continua a tenere banco. Per strada, come sui social, sono in tanti a chiedersi cosa sarà dello scalo trapanese dopo la decisione della Regione di mettere in vendita le proprie quote della società Airgest. Nei giorni scorsi, l’ex sindaco Giulia Adamo aveva definito “assurda” la scelta del governo regionale, mentre ieri il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno, intervistato dalla nostra testata, ha chiesto ai rappresentanti politici del territorio di vigilare sul processo in corso, in modo da scongiurare il rischio di un ridimensionamento dello scalo, che avrebbe conseguenze non indifferenti sull’economia del territorio. In queste ore, pochi sono stati in verità gli interventi dei parlamentari trapanesi sull’argomento, con l’eccezione di Girolamo Fazio, che già la scorsa settimana si era pronunciato per un intervento da parte del Libero Consorzio. Sarebbe per certi versi un ritorno al passato, al periodo in cui la Provincia era l’azionista di maggioranza di Airgest, prima che si procedesse all’abrogazione degli enti intermedi e al conseguente acquisto delle sue quote da parte della Regione, poco più di due anni fa. “Fu un provvedimento emergenziale, stimolato da noi deputati regionali del territorio” sottolinea l’onorevole Antonella Milazzo, che adesso auspica, come Fazio, una partecipazione del Libero Consorzio, “magari con una golden share per le decisioni più importanti”. A far pesare gli interessi del territorio all’interno di Airgest, per l’esponente dei democratici, potrebbe essere anche “una fondazione, composta dalle aziende della provincia”. Sulla necessità di far sistema tra Punta Raisi e il “Vincenzo Florio”, in tanti si sono già pronunciati negli ultimi mesi ed è ormai chiaro che il percorso sia ben delineato a tutti i livelli. Per la Milazzo, però, non dovremmo correre il rischio di una cannibalizzazione di Birgi da parte di Palermo, “purché si punti sulla diversificazione delle proposte”.
E i sindaci che ne pensano? “E’ importante che l’aeroporto funzioni e che venga potenziato. Dobbiamo garantire questo servizio ai cittadini”, sottolinea il primo cittadino marsalese Alberto Di Girolamo, che in questi giorni intende affrontare l’argomento anche con gli altri amministratori del territorio, chiarendo comunque che il Comune di Marsala non ha al momento in programma di acquistare quote dell’Airgest.
“Vedo poche idee, abbastanza confuse. Da un lato, strategie di bilancio che somigliano a barbatrucchi. Dall’altro lato, tante dichiarazioni che lasciano un po’ il tempo che trovano”, sottolinea Gaspare Giacalone. “Si parla di dare maggiore responsabilità ai Comuni, così come di un accorpamento con Palermo. Per quanto mi riguarda – prosegue il sindaco di Petrosino – non ho preconcetti verso nessuna di queste ipotesi. Bisogna però vedere a chi ci affidiamo. Se l’idea è di far entrare i Comuni per trasformare l’aeroporto in un postificio, la combatto. Se è per tutelare gli interessi del territorio, allora sono d’accordo. Rispetto al ruolo del privato, invece, vorrei capire che piano si ha: gli aeroporti di Birgi e Palermo non possono essere l’uno il doppione dell’altro. Dopo quello che è successo con il comarketing, non ci sto più a pagare a scatola chiusa. Non possiamo seguire una strada che crei danni a livelli generali per garantire benefici solo a qualcuno”