Era attesa per ieri mattina, davanti il giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone, l’intervento in aula in sua difesa di don Vito Caradonna, l’ormai ex sacerdote della chiesa di contrada San Leonardo che si trova sotto processo per circonvenzione di incapace. Davanti al giudice è intervenuto però uno dei suoi legali, l’avvocato Stefano Pellegrino che lo assiste assieme al collega Luigi Pipitone. L’avvocato marsalese ha chiesto il rinvio della deposizione del suo assistito. La richiesta è stata avanzata per produrre in dibattimento la copia degli assegni che, secondo la tesi difensiva, fornì in garanzia a chi gli aveva prestato del denaro. Gli assegni però non furono mai incassati perché andarono in “protesto”, in quanto in banca il prete non aveva la necessaria copertura finanziaria. Secondo la difesa però il fatto che i titoli furono emessi “dimostra la buona fede di don Vito, che saldò in seguito il debito vendendo la casa”. Denaro che fu restituito, ha sottolineato in udienza l’avvocato Pellegrino, direttamente da un notaio contestualmente all’incasso per la cessione dell’abitazione. Su questi fatti, e su altri ancora, l’ex prete della chiesa di San Leonardo dovrebbe deporre nella prossima udienza fissata per l’otto gennaio 2016. Secondo l’accusa, don Vito che si trova attualmente “sospeso a divinis” dalla sua funzione religiosa, a causa di una condanna subita per tentata violenza sessuale, si sarebbe fatto consegnare quasi 70 mila euro da un parrocchiano, M.D.G., ex militare della Marina. E solo a fine ottobre 2011, grazie all’intervento di un legale, l’ex militare riuscì a riavere i suoi soldi.
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