Signor Sindaco, Lei è andato al Cimitero per i morti? Io ci sono andato in quei giorni. E l’impatto con la nuova realtà è stato, potrei dire, sconvolgente. Nel nostro Cimitero ognuno fa quel che vuole riguardo alle lapidi delle tombe. Sembra di essere davanti ad un gioco di fuoco per la varietà dei colori delle nuove lapidi con foto, anche panoramiche, e con altri ammennicoli che offendono non solo il buon gusto ma anche il decoro. Pure il Viale Monumentale, quello centrale, che era considerato monumentale appunto, nella sua antichità e nella sua austerità di pietra arenaria, quello di Padre Bernardino che nei tempi, per antonomasia, ha assunto il senso traslato di Cimitero, è diventato, anch’esso, con tanti altri, un giocarello. Nel nostro Cimitero, Signor Sindaco, pare di essere nella sfarzosità polivalente della Tunisia o di qualche altro Paese orientale per i mille colori e i mille sapori che lo hanno reso invivibile con i colpi violenti che dà agli occhi nella sua nuova realtà, nella quale ognuno ha fatto e fa quello che vuole. E commissiona lapidi di variegata natura che sono la negazione del buon gusto e di ogni forma di serena venerazione e rispetto, mentre una omogeneità almeno nei colori e nella tipologia dei marmi sarebbe desiderata libera lasciando la scelta delle iscrizioni. E via, assolutamente via, orpelli e stramberie. Il nostro Cimitero, caro Sindaco, diventa ogni giorno di più, come ho detto, un giocarello nel quale l’opulenza ad ogni costo fa a pugni con il buon gusto e l’austerità cimiteriale. Non invoco, per carità, un editto di Saint-Cloud come quello che colpì la cappella dov’è sepolta anche mia nonna, nella quale, in fase di risistemazione, furono volute da un Sindaco lapidi tutte uguali: nome, cognome e data e niente preesistenti iscrizioni che avevano anche valore storico. Ma un Regolamento sì! Non addosso a Lei colpa alcuna, signor Sindaco. È venuto da poco. Ma provveda con un’ordinanza che freni lo scempio che sta avvenendo dopo le esumazioni centenarie, costituendo anche un sistema di sorveglianza. Nel nostro civile paese non dovrebbe essere lasciato al libito dei cittadini di sbizzarrirsi anche con le lapidi cimiteriali! Non si presenta il progetto al Comune prima di ordinare al marmista le lapidi? Non ci sono regole? Provveda perché ci siano, Signor Sindaco. I regolamenti, ogni tanto, servono davvero per non uccidere la storia, la tradizione, il buon gusto e, a voler minimizzare, il buon senso. Se non l’ha fatto vada a vedere il gioco di fuoco! Agirà con maggiore coscienza delle cose e con la dovuta decisione.
Gioacchino Aldo Ruggieri