A 68 anni dalla sua morte, il presidio di Libera Marsala torna a ricordare Vito Pipitone. Sabato 7 novembre, a partire dalle 10.30, verrà rinnovato il rito commemorativo che negli ultimi anni ha contribuito a dare un’adeguata collocazione nella memoria collettiva marsalese al sindacalista di Federterre ucciso dalla mafia la sera dell’8 novembre del 1947, ad appena 39 anni. Un delitto che si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato dalla violenta reazione della mafia e degli agrari contro i rappresentanti sindacali che lottavano per l’applicazione della legge Gullo che riconosceva ai contadini riuniti in cooperative il diritto di ottenere in concessione le terre incolte. Quasi una rivoluzione, in un territorio in cui, fino al censimento del 1936, i quattro quinti degli addetti all’agricoltura non possedevano neanche un pezzo di terra o ne possedevano talmente poca da potersi considerare poveri. E furono più di 40 i sindacalisti uccisi tra il 1944 e il 1948: tra loro, Placido Rizzotto, Accursio Miraglia, Salvatore Carnevale e, appunto, il marsalese Vito Pipitone. E’ anche a loro che andrà il pensiero dei partecipanti all’iniziativa che avrà luogo domani, con l’appuntamento iniziale in via Bue Morto, da cui si procederà poi fino alla stele, realizzata dall’artigiano locale Vito Giacalone. Un luogo della memoria che, anno dopo anno, sta diventato un piccolo giardino e che domani si arricchirà di due alberi di ulivo che verranno piantati dai volontari di Libera e dai familiari. Per l’occasione, saranno presenti anche il preside Gaspare Li Causi, autore di numerosi e pregevoli studi su quegli anni, e alcune scolaresche marsalesi.
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