Trident Juncture: Marsala si prepara alla mobilitazione del 31 ottobre contro la guerra e la Nato

redazione

Trident Juncture: Marsala si prepara alla mobilitazione del 31 ottobre contro la guerra e la Nato

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giovedì 29 Ottobre 2015 - 11:12

Marsala si prepara ad accogliere i cittadini siciliani che sabato 31 ottobre parteciperanno alla manifestazione regionale contro le esercitazioni Nato a Birgi. Diversi pullman confluiranno nella piazza del costruendo Monumento ai Mille per dar vita, a partire dalle 15, al corteo che attraverserà le principali vie della città (Lungomare Boeo, piazza Piemonte e Lombardo, via Mario Nuccio, via Mazzini, piazza Francesco Pizzo, viale Fazio, via Roma, via Mario Nuccio, piazza Del Popolo, via Vespri, Piazza Mameli, via Sibilla, Viale Isonzo, Piazza Della Vittoria).
A tal riguardo, il sindaco Alberto Di Girolamo, su proposta della Polizia Municipale, ha firmato un provvedimento che prevede il divieto di sosta con rimozione forzata nell’area del Monumento ai Mille (dalle 12 alle 22) e lungo le strade che verranno attraversate dal corteo (dalle 13 alle 22). Il traffico veicolare sarà vietato limitatamente ai tratti di strada progressivamente interessati dal passaggio dei manifestanti.
L’iniziativa rappresenta il momento clou della mobilitazione lanciata alcune settimane fa dal coordinamento contro la guerra e la Nato e che proseguono anche oggi a Catania, con il presidio “No Trident – No War” di fronte la prefettura e domani a Palermo con un flashmob contro la guerra e la repressione che si terrà a partire dalle 17 in piazza Verdi. “Un coro di no partito  dai  cittadini della provincia – spiegano gli organizzatori – è riuscito in poco tempo a coinvolgere tutta la Sicilia in difesa della propria terra, della salute e dell’ambiente, contro chi vuol renderla laboratorio di guerra e pattumiera d’Italia, contro lo spreco di fondi pubblici in spese militari”.
A conferma delle argomentazioni più volte esposte, il coordinamento contro la guerra e la Nato si sofferma poi su un episodio verificatosi due giorni fa a Selinunte: due mega elicotteri militari in panne, probabilmente provenienti dal Canale di Sicilia, sarebbero atterrati all’interno del parco archeologico di Selinunte.
“E’ sotto i nostri occhi dunque – commenta il coordinamento – che la Sicilia diventerà laboratorio di sperimentazione bellica e ciò che verrà violata sarà  la sua vera natura, rendendola luogo in cui si testano tecniche atte alla sopraffazione e all’annientamento dei popoli, in cui si testano infrastrutture e strumenti bellici che peraltro procurano gravi danni alla salute di chi vive i territori e all’ambiente. Come cittadini ci stiamo mobilitando contro queste esercitazioni e contro chi vuol rendere la terra in cui viviamo luogo in cui si gioca a fare la guerra, luoghi da contaminare e deturpare sia nell’immagine che nella sostanza. Rivendichiamo il diritto di vivere in maniera degna,  in salute e in serenità nei luoghi in cui siamo nati  e  proprio per questo il 31 tutti gli abitanti  del territorio siciliano  scenderanno  in piazza per dire no alla guerra, no alla Nato, no alle devastazioni ambientali e ai danni alla salute, no alla  militarizzazione della Sicilia. Gli abitanti della Sicilia conoscono  molto bene gli effetti devastanti frutto della militarizzazione dell’isola. Il Muos di Niscemi, la base di Sigonella, gli impianti di radio telecomunicazione, le installazioni radar e le postazioni per le guerre elettroniche presenti a Lampedusa, il radar della135^ Squadriglia dell’Aeronautica militare di contrada Perino a Marsala hanno negli anni generato incremento del rischio di insorgenza di tumori,inquinamento acustico, fenomeni di estinzione animale e vegetale, malformazioni fetali. Dati ufficiali rendono inoltre  noto che, secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell’Alleanza, la spesa militare italiana sarà  portata al 2% del PIL, cioè circa 40 miliardi di euro all’anno. Un enorme esborso di denaro pubblico sprecato per le spese militari tenendo conto le emergenze sociali che caratterizzano il nostro paese e in maniera specifica la nostra regione e i tagli ai servizi, all’istruzione, alla sanità”.

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