“Spesso i disegni di Dio non sono facilmente comprensibili agli uomini”: in tanti si sono ritrovati a scuotere contemporaneamente il capo, in una Chiesa Madre gremita come poche altre volte, di fronte alle parole pronunciate da don Gino Costanzo, il parroco dei Salesiani di Marsala che questo pomeriggio ha concelebrato assieme a padre Giancarlo Tumbarello e all’arciprete padre Giuseppe Ponte i funerali di Michele Galfano. Difficile, infatti, trovare una ragione di fronte a un evento così tragico e inatteso, che priva una famiglia e una comunità intera di una giovane vita e di un professionista affermato. Come avviene in questi casi, in una celebrazione religiosa, ci si affida al mistero della fede: “Non sappiamo quanto tempo dobbiamo stare a questo mondo – ha detto don Gino nella sua omelia -. Sappiamo però che dobbiamo fare del bene alle creature di Dio, come ha fatto Michele, anche con il suo lavoro”. E ancora: “Michele è vivo e vive in Dio. Il suo spirito è con noi. E il nostro compito, adesso, è fare del bene come faceva lui”. “Non è la lunghezza della vita che conta – ha aggiunto padre Ponte – ma la sua qualità. Oggi Michele ci dice questo: dobbiamo fare della nostra vita qualcosa di bello. E lui è stato un dono di Dio per tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato”.
Un’intera comunità si è stretta intorno ai familiari del 37enne veterinario marsalese. Parenti, amici, colleghi, i compagni di squadra del basket, ma anche rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico e tanti che spesso si recavano presso il Centro Veterinario “San Francesco” per far controllare i propri amici a 4 zampe a Michele Galfano, apprezzandone la competenza e la disponibilità. Ma anche la sua grande capacità di riuscire a parlare con chiunque, al di là delle differenze di età e di formazione culturale. Una qualità che non sempre si ritrova, di questi tempi.
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