È stato notificato l’atto con il quale il Comune di Paceco ha deciso di chiamare in giudizio la Regione Sicilia e l’EAS, per i danni causati dall’acqua dissalata, proveniente dall’impianto di Nubia, che nel corso degli anni è stata immessa in rete.
“Abbiamo avuto modo di riscontrare diverse inerzie da parte della Regione Sicilia, proprietaria del dissalatore che riforniva Paceco – commenta il sindaco Biagio Martorana – perché, pur essendo sollecitata formalmente dall’ente gestore sin dal mio insediamento, circa lavori urgenti di manutenzione, questa provvedeva a dare l’ok solo nel 2012, anno in cui il dissalatore ha registrato un blocco della produzione per 185 giorni, con ciò causando l’emergenza idrica per Paceco e per tutto l’agroericino”
L’Amministrazione comunale, tramite il legale di fiducia Vincenzo Maltese, ha chiesto il risarcimento dei danni patrimoniali documentalmente comprovati e delle spese sostenute per circa 140.000 euro tra il 2011 e il 2014.
“Il risarcimento chiesto, quale conseguenza del nesso di causalità tra le responsabilità della Regione e di Eas – chiarisce l’avvocato Vincenzo Maltese – riguarda i lavori effettuati in via sostitutiva dal Comune rispetto ad Eas che in verità aveva la gestione della rete; Eas che, già nel 2011, comunicava di non poter intervenire per mancanza di risorse, suggerendo che di questo onere si sobbarcasse direttamente l’amministrazione, anche per evidenti motivi di sicurezza viaria. Nella cifra sono comprese alcune spese necessarie all’approvvigionamento idrico d’emergenza, effettuato per motivi igienico sanitari, che hanno influito e non poco sulle casse comunali. Ma, cosa più importante, è stato anche chiesto, quale forma di risarcimento, il finanziamento della Regione del progetto di rifacimento della rete idrica comunale”.
Il procedimento è pendente dinanzi al Tribunale regionale delle acque a Palermo. La prima udienza è fissata per il 2 febbraio 2016.
Sport