di Giacomo Cuttone
Il 3 Ottobre 2015, presso l’Abbazia Casamari (Comune di Veroli, FR), si svolgerà la seconda giornata di studi dedicata al poeta Emilio Piccolo (la prima è stata quella del 4 Ottobre 2014 a Forte di Gavi). Il convegno, articolato in due sessioni, vedrà un intervento di Antonino Contiliano su “Corporeità e tempo nella poesia di Emilio Piccolo (ricordiamo che il 20 agosto 2015 gli aveva già dedicato la serata di letture poetiche svoltasi sullo scoglio di Capo Boeo di Marsala, le “2rocche”). Si anticipa qualche stralcio dell’intervento del 3 ottobre 2015 : «Il tempo del corpo e il corpo del tempo, nella scrittura e nei testi poetici di Emilio Piccolo, sono termini entrambi legati alla vitalità concreta dell’eros, quello depurato dalle incrostazioni della sublimazione repressiva […], i topoi retorici che […] meglio ne rendono il vigore sono le espressioni verbo-figurali dell’accoppiamento sintagmatico che scorre tra sineddoche e metonimia. La tecnologia poetica […] che procede [… ] per ritmi di contiguità, insistenze anaforiche, interruzioni e accoppiamenti deautomatizzanti, frammentazioni varie etc. [… ] è quella […] più idonea che il poeta campano potesse mettere in opera per far transitare poeticamente una critica politico-culturale di azione dissensuale […] una necessaria contro-azione alla solita rimodulazione dominante della poesia liricizzante e sedativa. […] La linea di fuga cioè dei deliri della carne che animano e pungolano l’esistenza individuale degli uomini e delle donne, o le singolarità multiple dell’universo reale (insieme contingente e multiplo, ossia intotalizzabile come UNO). E come scrive Alessandro Fo – in un pieghevole di note dedicate e annesso al libro Beatrice- My heart is full of troubles (Luther Blisset) – anche la stessa “Beatrice”, la donna-fulcro del libro di Emilio Piccolo, è presa in questa spirale del lasciarsi essere vertigine erotica non meno dell’amante. In questo libro, il libro di una vita […] – che esce con i «Non-Nomi, Luther Blisset» e la «convulsa ossessione eteronimica di un Pessoa» (quel Pessoa poeta che, quanto scritto da Alain Badiou, lascia che le cose siano quelle che sono, in quanto la «funzione della tautologia (un albero è un albero e nient’altro che un albero, ecc.) –, la linea (corsivo nostro) è quella di poeticizzare la venuta immediata della Cosa senza bisogno di passare attraverso le procedure, sempre critiche o negative della comprensione cognitiva» (Alain Badiou, Un compito della filosofia: essere contemporanei di Pessoa, in Inestetica, 2007). Dall’Abbazia di Casamari poi, il 10 Ottobre 2015, passerà a Montaione (Firenze) per presentare il libro di poesia “Inversi” (Edizione Arianna) di Rachele De Prisco. Di “Inversi”, Contiliano ha curato una prefazione. In quarta di copertina del libro, a proposito di questa seconda raccolta, si legge: “La Radice, come il cielo, è infatti corpo e memoria vivente che alimentano il sentire e la scrittura poetica di Rachele De Prisco. Una relazione danzante che riflette il suo universo e il suo divenire identità temporalizzata, o una danza tra il verticale del cielo e le radici nella terra”.
o una danza tra il verticale del cielo e le radici nella terra
o una danza tra il verticale del cielo e le radici nella terra