Quante volte abbiamo ascoltato che il turismo dovrebbe essere il volano della nostra economia? Quante volte abbiamo sentito dire che i musei sono chiusi o il personale che vi lavora è poco e incompetente? Pensavamo a questi argomenti quando abbiamo letto dell’arrivo a Marsala della nave ritrovata nel mare antistante Marausa. “Ma che la portano a fare se tanto il Museo è chiuso?”. Questa e altre frasi simili le abbiamo ascoltate nei soliti discorsi da bar. Per quanto ne sappiamo il Baglio Anselmi è aperto quando è previsto che apra. La responsabilità del mancato decollo del turismo è anche se non soprattutto della classe politica, che , incompetente o rivolta altrove, ha sempre tagliato i fondi per il settore. Come per la scuola gli alunni, tra un po’ saranno i turisti in visita ai musei a portarsi la carta igienica da casa. Invece ecco arrivare dal massimo responsabile del settore la denuncia: “la colpa è dei sindacati”, ha affermato il ministro Dario Franceschini in riferimento alla chiusura per attività sindacale del Colosseo e prima ancora del sito di Pompei. Abbiamo capito: la responsabilità è di quelli che scioperano rinunciando alla paga giornaliera, di quelli che utilizzano le ore di lavoro per le assemblee dove discutono, magari di carenza di fondi e di personale. Ma Franceschini che ha fatto in questi ultimi 20 anni per il settore? Non stiamo parlando di uno qualsiasi. È stato segretario del Pd, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con D’Alema, ministro prima con Letta e poi con Renzi. È stato anche capogruppo del Pd alla Camera. Quante leggi ha proposto per il settore: zero. Ma ora ha davanti una strada o gli fanno denunciare le malefatte dei sindacati o si dimette. Un nostro amico romano che lo conosce bene ci ha detto che il nostro medita davvero di dimettersi. Gli amici e i colleghi si informano ogni giorno: “come sta?”. E la moglie: “come volete che stia, parla sempre di dimissioni”. La signora, per quanto la cosa appaia impossibile, si è pure finta gelosa e lo ha perquisito per vedere se aveva in tasca un lettera di donna. Lui lusingato ha lasciato fare. La consorte invece cercava la lettera di dimissioni che per fortuna di tutti noi non c’era. Rimarrà ministro. (Anche noi se fossimo stati in fila per vedere il Colosseo trovandolo chiuso, ci saremmo arrabbiati. Ma noi non siamo ministri e mai lo diventeremo)
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