E’ partito il conto alla rovescia per l’inizio di “Trident Juncture 2015”, già presentata nei giorni scorsi come “la più grande esercitazione della Nato dopo la caduta del Muro di Berlino”. L’evento coinvolgerà una ventina di basi tra Europa e Nord America dal 3 ottobre al 6 novembre, con una particolare concentrazione di attività nel Mediterraneo nella fase operativa, che avrà inizio il 16 ottobre. Per l’occasione, verranno impegnati 36 mila uomini, 60 navi e 200 aerei da guerra di 33 paesi per testare la forza di rapido intervento e il suo corpo d’élite – la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) – in grado di essere schierato in meno di 48 ore per rispondere a eventuali attacchi provenienti dall’Africa o dal Medioriente. Com’è noto, “Trident Juncture 2015” coinvolge anche la base di Birgi, dove già da settimane fervono i preparativi in vista dell’evento. E non è un caso che in questi giorni il comandante del 37° Stormo Luca Capasso abbia incontrato il sindaco Alberto Di Girolamo – come abbiamo già raccontato ieri – e che nell’occasione si sia parlato anche dell’esercitazione Nato e del suo eventuale impatto sul traffico civile dell’aeroporto di Birgi. Dai vertici dell’aeronautica, a tal proposito, è stata completamente esclusa la possibilità di disagi per il “Vincenzo Florio” e di una sospensione dei collegamenti della Ryanair nel periodo dell’esercitazione, come era avvenuto quattro anni fa in occasione della missione militare in Libia.
Tuttavia, in queste ore non sono solo le forze armate della Nato a prepararsi a “Trident Juncture”. Da settimane infatti, sul web si registra un crescente attivismo tra le associazioni pacifiste che si stanno organizzando per azioni dimostrative di vario genere contro le politiche dell’Alleanza Atlantica e le spese militari. A Marsala i gruppi autonomi che lo scorso maggio si mobilitarono per l’arrivo di Matteo Salvini hanno già in programma un flash mob che si terrà sabato 26 settembre alle 18 a Piazza Loggia (c’è anche una pagina su Facebook: Flash Mob – Marsala contro la guerra). Ma la mobilitazione è destinata a crescere nelle settimane successive con iniziative che intendono dire “no” alla militarizzazione della Sicilia e ribadendo la necessità di tutelare da esperimenti potenzialmente dannosi per l’ambiente l’identità di un’isola che può contare su un patrimonio storico, archeologico e naturalistico unico al mondo. Azioni che naturalmente si legheranno al movimento contro il “Muos” di Niscemi, che in questi anni ha portato avanti una tenace campagna di opposizione all’installazione di un sistema di comunicazione militare satellitare che si ritiene sia stato costruito in vista di operazioni di guerra già programmate dagli strateghi della Nato per gli anni a venire.
Le iniziative dei movimenti pacifisti contro Trident Juncture sono comunque numerose e coinvolgono anche altri paesi europei e altre località italiane, in misura diversa coinvolte dall’esercitazione. Come Lago Patria, la nuova base napoletana da cui saranno pilotate le operazioni. E proprio a Napoli è già stata organizzata per il 24 ottobre una manifestazione nazionale che vede tra i promotori padre Alex Zanotelli, che all’inizio di agosto ha firmato un appello che in pochi giorni ha fatto il giro del web. Il missionario comboniano, da anni in prima linea su questi temi, vede una coincidenza non casuale tra l’organizzazione di “Trident Juncture 2015” e uno scenario internazionale segnato da crisi di difficile soluzione – dall’Ucraina alla Libia, passando per la Siria – con la possibilità che la situazione internazionale possa rapidamente degenerare, portando a nuovi conflitti bellici di ampia portata. “Da credente e da seguace di Gesù di Nazareth – scrive Zanotelli – non posso accettare un mondo così assurdo: un sistema economico-finanziario che permette a pochi di vivere da nababbi a spese di molti morti di fame e questo grazie a una NATO che spende oltre mille miliardi di dollari l’anno in armi e soprattutto con arsenali ripieni di spaventose armi atomiche”. In quest’ottica Zanotelli ha invitato l’opinione pubblica a una mobilitazione generale raccogliendo numerosi consensi tra movimenti e associazioni che intendono legare le iniziative in programma nel periodo in cui si terrà “Trident Juncture” ad una campagna più ampia contro le politiche imperialiste, il razzismo e la xenofobia, con l’intenzione di sensibilizzare contestualmente i governi a promuovere il diritto d’asilo europeo per tutti i profughi, il taglio delle spese militari e l’aumento delle risorse da destinare al sociale.