È stato avviato il processo innanzi al Tribunale di Marsala: tra i reati contestati la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti urbani
Lo scorso aprile il Tribunale di Trapani si era dichiarato incompetente territorialmente, e per questo è stato re incardinato innanzi al Tribunale di Marsala il processo a carico dei vertici dell’Aimeri Ambiente e della Sicilfert. A presiedere il collegio giudicante è Sergio Gulotta. I reati ipotizzati in seguito all’indagine della Dda (competente anche per reati di natura ambientale) sono: gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti urbani per circa 47.241 tonnellate provenienti dalla raccolta differenziata dell’ATO TP 1, “omettendo – spiega l’avvocato Giuseppe Gandolfo, che assiste il Movimento (nazionale) Difesa del Cittadino, l’Associazione Antimafie e Antiracket Paolo Borsellino onlus, costituiti parte civile – di raccogliere all’origine le diverse frazioni di rifiuti in modo selezionato, e catalogando fittiziamente i rifiuti raccolti in modo indifferenziato con il CER 200108 (“rifiuto biodegradabile di cucine e mense”) piuttosto che con il CER 200301 (rifiuti urbani non differenziati), così conferendo e smaltendo presso l’impianto della Sicilfert rifiuti da cui derivava solo fittiziamente “compost” in quanto non derivante dalla frazione organica del rifiuto, ma da rifiuti solidi urbani contenenti plastiche, metalli e vetro) e violazione degli artt.318, 319, 321 c.p., con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, – compiuto atti contrari ai suoi doveri di pubblico ufficiale, consistiti nell’omettere di esercitare i poteri di controllo previsti dall’art. 15.2 del capitolato d’appalto (ispezioni su attività, impianti, mezzi e attrezzature) sul servizio di gestione integrata dei rifiuti svolto da Aimeri Ambiente s.r.l., nonostante le numerose segnalazioni provenienti dai Comuni dell’ATO”. Sono imputati: Salvatore Alestra, ex direttore dell’Ato Tp1, il direttore area Sud dell’Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti (ad entrambi è contestato il reato di corruzione), il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti nella Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa società, a questi ultimi quattro si contesta il traffico “illecito” di rifiuti. Questi i loro difensori gli avvocati: Massimo Mattozzi, Vito Agosta, Valentina Castellucci, Diego e Massimiliano Tranchida, Giuseppe Cavasino e Paolo Paladino. La pubblica accusa è rappresentata dai pm Carlo Marzella e Andrea Tarondo. Si sono già costituite parte civile a Trapani il Movimento (nazionale) Difesa del Cittadino, l’Associazione Antimafie e Antiracket Paolo Borsellino onlus, Il Ministero dell’Ambiente ed altre associazioni, otto in tutto con i Comuni di Marsala ed Erice, le associazioni “Codici” Onlus, Sicilia e Ambiente. Innanzi al Tribunale di Marsala hanno avanzato richiesta di costituirsi parte civile anche Wwf, Legambiente e il Comune di Paceco. Tuttavia è emerso che l’atto di citazione diretto al legale del “responsabile civile” Aimeri, è stato notificato a un avvocato omonimo: il catanese Giovanni Grasso. Per questo sarà necessaria una nuova citazione. La prossima udienza è stata fissata al 21 ottobre.