Il Consiglio comunale di Trapani ha approvato la delibera che autorizza il pagamento della quota di co-marketing da parte dell’amministrazione del capoluogo nell’ambito degli accordi presi con la compagnia Ryanair. La vicenda, ancora una volta, si trasforma in terreno di scontro politico tra il sindaco in carica Vito Damiano e il suo predecessore, Girolamo Fazio, che in riferimento all’approvazione dell’atto parla di “una doppia chiave di lettura”: da un lato, il chiaro intendimento del Consiglio comunale trapanese di rispettare gli accordi presi davanti al prefetto Leopoldo Falco. Dall’altro, secondo Fazio, sarebbe emerso il tentativo, da parte dell’amministrazione comunale, di predisporre un escamotage tecnico che avrebbe consentito alla giunta Damiano di non pagare la suddetta quota. «Il Consiglio Comunale ha disinnescato una trappola preparata ad arte dal sindaco Vito Damiano – accusa Fazio – poiché la proposta di delibera recava solo la sua firma e quella del dirigente di ragioneria. Una trappola che era nel testo originario della proposta di delibera e che è stata disinnescata da un emendamento soppressivo (di ben tre punti dell’atto: il 3, il 4 ed il 5) presentato da Uniti per il Futuro e accolto dall’intero Consiglio. Il testo proposto dal Sindaco Damiano, infatti, poneva in capo alla Camera di Commercio l’onere di una serie di attestazioni relative all’accordo di co-marketing, quasi elevate al rango di certificazioni di garanzia. Attestazioni in assenza delle quali il Comune di Trapani si garantiva una facoltà di recesso dall’accordo con gli altri comuni, sollevandosi quindi dall’obbligo del pagamento della propria quota. Inaccettabile e fuorviante perché avrebbe reso il Consiglio Comunale responsabile di qualcosa che invece era nella piena responsabilità dell’amministrazione».
«Che il testo fosse illogico, fuorviante e contraddittorio – prosegue l’ex sindaco – lo si poteva evincere anche da una nota a margine nell’atto nella quale il dirigente di ragioneria scrive testualmente che “…non si condivide la proposta di deliberazione…”. Una circostanza inconsueta ed irrituale, un vero e proprio campanello d’allarme. Per altro ho potuto accertare, in tempo reale, con lo stesso presidente della Camera di Commercio, Pino Pace, che ho chiamato al telefono durante i lavori del Consiglio comunale, che per nessuna ragione l’Ente camerale intendeva porsi come certificatore o attestatore di alcuna garanzia. Del resto l’art. 16 della legge regionale 10/91 non pone alcuna specifica funzione all’ente posto a coordinatore dei comuni sottoscrittori dell’accordo, tutti pariteticamente responsabili e obbligati».
«In pratica – aggiunge ancora Fazio – ho letto nel testo della delibera, così come presentata dal sindaco, il tentativo di scaricare sul Consiglio Comunale e sulla Camera di Commercio una potenziale responsabilità. Una comoda soluzione per non pagare la quota di co-marketing e per avere uno o due capri espiatori cui attribuire le colpe. L’emendamento di Uniti per il Futuro ha cassato il testo originario restituendo al Consiglio dignità istituzionale e coerenza di indirizzo rispetto all’accordo siglato davanti al Prefetto e con gli altri comuni».
«Tutta questa vicenda – conclude Fazio – merita alcuni commenti: il primo è relativo all’atteggiamento assolutamente irresponsabile del sindaco Damiano che riprendendo i temi della cervellotica lettera inviata all’inizio dell’estate al presidente della Camera di Commercio, nella quale metteva in discussione l’accordo di co-marketing, ha pervicacemente cercato di battere la strada di una strategia di uscita dall’obbligo di onorare la quota spettante al Comune. Il secondo commento è relativo al dibattito d’aula. A fronte di colleghi che hanno immediatamente colto la trappola approntata dal sindaco, votando l’emendamento di Uniti per il Futuro, ce ne sono stati altri, come il consigliere Passalacqua, che hanno sposato e sostenuto l’irresponsabile posizione del sindaco. Delle due l’una: o Passalacqua è in malafede e per ragioni a me incomprensibili a deciso di sostenere questo sindaco, oppure non ha la minima idea degli atti che vengono presentati in consiglio». Infine, Fazio è tornato ad avanzare la proposta di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, che – qualora venisse approvata – chiuderebbe in anticipo il mandato amministrativo di Vito Damiano, iniziato nella primavera del 2012 e destinato a concludersi, salvo novità, nel 2017.