Continua a perdere pezzi il governo Crocetta, che oggi incassa le dimissione del terzo assessore in meno di una settimana. Dopo un lungo travaglio, è infatti giunta al capolinea l’esperienza che ha visto Lucia Borsellino guidare l’assessorato regionale alla Sanità. In mattinata, un incontro di commiato con il personale degli uffici di piazza Ottavio Zino, che per tre anni l’ha affiancata nel tentativo di ridisegnare uno dei settori più delicati dell’amministrazione regionale e in cui a lungo si sono sedimentati sprechi e rendite di posizione, fino alle inchieste giudiziarie che hanno mostrato inquietanti commistioni tra mafia e politica. Dopo l’esperienza di Massimo Russo con Raffaele Lombardo, Crocetta ha voluto puntare sulla Borsellino proprio per dare un segnale di discontinuità rispetto alla stagione di Totò Cuffaro. E del resto, la figlia del magistrato ucciso nella Strage di Via D’Amelio era stata a fianco di Russo, ricoprendo il ruolo di dirigente generale. Già a febbraio la Borsellino era stata sul punto di rassegnare le dimissioni, dopo il clamore suscitato dalla vicenda della piccola Nicole, la neonata morta in ambulanza mentre stava raggiungendo Ragusa, dopo che i genitori si erano visti chiudere le porte degli ospedali catanesi. In quell’occasione, peraltro, l’assessore del governo Crocetta era stata pesantemente attaccata dal Ministro Beatrice Lorenzin, che arrivò a minacciare il commissariamento della Sanità in Sicilia. Fu Crocetta a convincere Lucia Borsellino a restare in carica. Il resto è storia delle ultime ore, con l’arresto del primario dell’unità di Chirurgia plastica e maxillo facciale dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, accusato di peculato e truffa.
Come detto, le dimissioni di Lucia Borsellino arrivano al culmine di una settimana terribilmente complicata per il governo Crocetta, con le rinunce degli assessori Leotta e Caleca, lo scontro a distanza con il sottosegretario Davide Faraone e la minaccia di una mozione di sfiducia presentata proprio dal Pd, su iniziativa di Fabrizio Ferrandelli. A tal riguardo, il coordinatore regionale di Forza Italia Vincenzo Gibiino e il vicecapogruppo Figuccia hanno dichiarato che il partito è pronto a votare l’atto, qualora i democratici decidessero davvero di portarlo in votazione all’Ars.