In due sono imputati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
Prenderà il via il 6 luglio la fase dibattimentale del processo scaturito dall’operazione dei carabinieri denominata “Squillo”. A febbraio in GUP ha rinviato a giudizio due persone accusate di aver indotto alla prostituzione e di aver favorito il meretricio di varie donne straniere in un immobile che si trovava in contrada Fossarunza. Si tratta di Nydia Yolanda Moya Espitia, colombiana di 42 anni difesa dall’avvocato Leo Genna e di Salvatore Brugnone, di 70 anni, difeso da Salvatore Fratelli. Certo dell’innocenza del suo assistito si è detto l’avvocato Salvatore Fratelli: “dimostreremo l’assoluta estraneità ai fatti contestati di Salvatore Brugnone”. Ha invece patteggiato già patteggiato un’altra persona coinvolta nell’operazione: Sandra Tatiana Ordinez Giraldo per la quale è stata decretata la condanna a dieci mesi di reclusione e una multa di mille e ottocento euro, con pena sospesa. Il procedimento ha preso le mosse dall’operazione dei carabinieri “Squillo”, realizzata con la collaborazione del personale dell’Arma di Genova Portoria. Gli imputati, secondo la pubblica Accusa sarebbero responsabili, in concorso tra loro, di induzione e favoreggiamento della prostituzione di varie donne di nazionalità straniera. L’indagine “SQUILLO”, ha preso il nome dalle modalità con cui i clienti sarebbero entrati in contatto con le ragazze dedite all’attività del meretricio: le prostitute, infatti, pare utilizzassero inserzioni pubblicitarie su giornali a tiratura regionale, fornendo il proprio recapito telefonico ed il luogo dove incontrarsi, all’interno di una villetta di contrada Fossarunza.
L’attività investigativa ha avuto inizio nel febbraio 2009 ed è terminata ad aprile dello stesso anno.