Il nome di Antonio Parrinello è stato spesso citato in queste settimane di campagna elettorale. Il capo di gabinetto dell’assessorato all’agricoltura ha fatto molto discutere per la sua scelta, dopo le primarie del Pd, di non schierarsi con il candidato ufficiale del centrosinistra Alberto Di Girolamo per andare a far parte, con la lista Sicilia Democratica, della coalizione di Massimo Grillo.
Una decisione che ha portato molti del Pd a definire “traditori” lei e Luigi Giacalone. Com’è maturata?
In realtà, per me sono stati traditi i risultati delle primarie e gli interessi della città. Prima delle primarie ho cercato di convincere Alberto Di Girolamo che stava facendo delle scelte sbagliate. Adesso, su molte cose, ha cambiato idea. Di fatto, dandomi ragione. Fino a qualche settimana fa, criticava in ogni occasione il governo Crocetta e diceva che Articolo 4 non poteva far parte della sua coalizione. Ora vedo Enzo Sturiano che fa parte della sua squadra di assessori, mentre io e i miei amici non abbiamo avuto diritto di cittadinanza.
Se questi rilievi sono stati accolti, allora perché adesso non si sta assieme?
Alberto ha preso le persone che diceva che non avrebbero fatto parte del suo progetto e ha messo noi nelle condizioni di non poter dire nulla. Questa campagna elettorale è stata caratterizzata da tante bugie e dal cosiddetto “metodo Boffo”. Ci hanno definito traditori. Ci hanno espulsi. Ma espulsi da cosa?
A tal proposito, ricordiamo una nota firmata da Fausto Raciti e Marco Campagna in cui si preannunciava la sua espulsione e quella di Luigi Giacalone dal partito. Ma c’è stata davvero?
Al massimo potrebbero negarci un’eventuale iscrizione al Pd. Perché personalmente non faccio parte di alcun organismo di partito e non ho la tessera del 2015. Da cosa mi hanno espulso? Non lo sanno nemmeno loro. In realtà a loro interessa denigrare la mia persona. Forse perché sono un uomo libero e difendo gli interessi di Marsala. In questo momento, si sta per andare al voto anche a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Lì, due parlamentari del Pd stanno votando candidati diversi rispetto a quello ufficiale del partito democratico. A Enna sappiamo cosa sta succedendo. Ad Agrigento non ne parliamo…Perché altrove non succede niente e a Marsala si buttano fuori Parrinello e Giacalone? Magari il problema sono io, che non prendo ordini. Mentre altri, che sono sudditi dei deputati regionali non marsalesi, fanno carriera.
Ci si aspettava una difesa da parte di Lumia e Crocetta, fin qui vicini ad Antonio Parrinello.
Marsala non è battuta da molti esponenti del Pd in questa campagna elettorale. Crocetta deve governare la Regione, non è il caso che si metta in mezzo a queste beghe.
Di Girolamo comunque ha detto: “se dovessi vincere sarò il sindaco di tutti”. Magari dalla settimana prossima tornerete a lavorare assieme…
Di Girolamo avrebbe fatto bene a dirlo dopo la vittoria delle primarie. Noi avevamo riconosciuto la sua vittoria. Avevamo chiesto solo diritto di cittadinanza, nessuna poltrona. Se ce lo avessero chiesto, avremmo indicato lo stesso nome che abbiamo indicato a Grillo, Carlo Ferracane, risorsa importante per il mondo agricolo. Ma Alberto ha evitato di incontrarci. Abbiamo partecipato, alla luce del sole, al tavolo di Lombardo, che inizialmente non voleva costruire una candidatura alternativa, ma voleva ragionare su alcune questioni. Alberto si è ulteriormente irrigidito e per molti non c’è stata alternativa alla costruzione di un altro progetto civico.
Per molti, a sinistra, Grillo ha perso credito quando si sfilò all’ultimo momento dal tavolo che aveva individuato Ottavio Navarra il proprio candidato sindaco. Di quel tavolo faceva parte anche Antonio Parrinello. Cosa la porta, adesso, a fidarsi di Massimo Grillo?
Quella volta Massimo Grillo sbagliò. E credo lo abbia capito. Quell’errore impedì alla città di vivere una fase nuova. Oggi stiamo lavorando in maniera serena per recuperare.