Il 5 maggio

Claudia Marchetti

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Il 5 maggio

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martedì 05 Maggio 2015 - 10:10

“Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita “la scuola” al nunzio sta”. Manzoni ci consentirà una piccola “licenza” per meglio descrivere quanto sta accadendo in tutta Italia. Oggi, 5 maggio, la Scuola si ferma in segno di protesta per una riforma attuata dal Governo, ritenuta scellerata ed insensata e che, a parer mio, porta anche un nome “La Buona Scuola” che a dirla tutta è una provocazione. Tanto orientamento, tanta tecnologia, una alquanto discutibile “chiamata diretta” e poca sostanza. Per questo oggi scendono in piazza: studenti, insegnanti, presidi, personale ATA, sindacati, tutti contrari al ddl renziano. Si attende uno sciopero di portate storiche, perché è solo tornando in piazza che si può cercare di far tremare i piani alti di Palazzo Chigi che già vacilla nonostante la fiducia intascata dal premier tecnico, Matteo Renzi. Queste le chiare richieste dei sindacati: no alla privatizzazione della scuola, si ad un piano di assunzioni che dia certezze al personale docente e ATA; organici adeguati alla reale necessità ed il rinnovo del contratto che si attende da ben sette anni; impedire che con leggi si disciplinino materie di prerogativa contrattuale (retribuzioni e mobilità); investimenti su istruzione e formazione. Non chiedono di certo la luna! Se i nostri governanti pensano che finirà qui si sbagliano di grosso: se le sigle non otterranno quanto richiesto, come extrema ratio, chiederanno anche lo sciopero dagli scrutini. Qualche giorno fa era passata voce che Renzi volesse inviare una lettera ai docenti per convincerli a desistere dalle manifestazioni di piazza. Mi chiedo: cosa offrirà loro, 80 euro? Oggi il mondo degli insegnanti rinuncerà a circa 100 euro, il piatto della bilancia pende solo da un lato ed è ora di smetterla con la logica della vittima sempre più vittima e del carnefice sempre più carnefice. “Il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola…”

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