Hanno rigettato le accuse a loro carico Francesco Bianco e Diego Marino chiamati a testimoniare nel processo scaturito dall’operazione dei carabinieri “Cupido”, ma il pubblico ministero ha ribattuto facendo riferimento alle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Si tratta del procedimento giudiziario che vede alla sbarra Diego Marino, di 33 anni, e Francesco Bianco, di 70 anni. In seguito all’operazione dei carabinieri che risale allo scorso luglio sono scattate cinque misure cautelari nei confronti di marsalesi, ritenuti responsabili, in concorso, di esercizio di una casa di prostituzione. Tre delle persone inizialmente coinvolte hanno patteggiato. Si tratta di Giovanni Candela, Vincenzo e Andrea Figuccia. Il processo si celebra davanti al collegio presieduto dal giudice Sergio Gulotta (a latere Pierini e Moricca).
Nell’ultima udienza hanno deposto – nel ruolo di testi assistiti – anche Giovanni Candela ed Andrea Figuccia che hanno riferito di non aver mai visto nel locale scene di sesso. Quanto agli attuali imputati: Francesco Bianco, difeso dal legale Paolo Paladino, era il proprietario dell’immobile nel quale, secondo i carabinieri, era stata organizzata una attività di incontri sessuali a pagamento, ma non è accusato di aver avuto un ruolo nella gestione del club. Bianco si è difeso dicendo di aver stipulato un contratto di affitto del suo immobile, per realizzarvi un bar e un locale di intrattenimento. Quanto a Diego Marino, assistito dall’avvocato Arianna Rallo, ha riferito che nel locale svolgeva mansioni di cameriere e di factotum. A volte si occupava di andare a prendere le ragazze, ma anche lui ha negato di aver contezza di incontri intimi a pagamento.
Nella prossima udienza, fissata per il 25 febbraio, saranno ascoltate alcune delle ragazze che nel “Cupido” ballavano e facevano la lap dance.
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