La cena del PD

Claudia Marchetti

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La cena del PD

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martedì 11 Novembre 2014 - 16:23

Mia madre sin da piccola mi ha insegnato che è un nobile gesto la carità nei confronti di chi è meno fortunato di noi. Oggi un bambino potrà dire: “No mamma, la carità la si fa al Partito Democratico nelle cene di autofinanziamento”. Poi dicono che le generazioni cambiano. Ma il messaggio passato attraverso le televisioni italiane in questi giorni, è proprio questo: è cosa buona e giusta fare l’elemosina al PD. E allora tutti gli imprenditori, gli uomini e le donne di spettacolo, la noblesse oblige a cena a casa del partito di Matteo Renzi. C’era il costruttore che aspetta una legge ad hoc, il Presidente della squadra di calcio che attende l’avvio dei lavori del nuovo stadio, c’è anche chi, come l’attrice Claudia Gerini – che più volte ha dichiarato la sua vicinanza alla sinistra – è semplicemente affascinata dal giovane premier. Il menù prevede antipasto, primo, secondo, dolce più bevande “a soli” mille euro. Come se le feste dell’Unità non fossero già abbastanza. A cogliere la palla al balzo, sono stati alcuni partiti del centro destra che, a detta loro, “…avremmo organizzato una cena politica di raccolta fondi per le famiglie bisognose”. Hanno ragione se solo non fosse che loro non sono mai stati portatori sani di carità cristiana e solidarietà. Carissimi imprenditori, nobili d’alto lignaggio, divi e politicanti spero che abbiate solo sbagliato l’ingresso. Spero che siate stati fuorviati da falsi concetti di elemosina. In caso contrario, se con coscienza avete dato i vostri soldi al PD, magari in cambio di un particolare interesse o di un aiutino, non avete fatto proprio una bella figura. No, perchè ci sono in questo momento imprese che chiudono, piccoli imprenditori che si suicidano, lavoratori disoccupati che protestano, precari stanchi di lottare, studenti che imparano in banchi rotti ed aule fatiscenti, macerie che erano palazzi in città terremotate e mai ricostruite, pensionati che rinunciano a medicinali vitali, famiglie sommerse dalle vergognose tasse a rate, ricercatori di trent’anni che lasciano il nostro Paese per diventare scienziati altrove. Dateli a loro mille euro. Sapete cosa ci fa un operaio con mille euro? Fa mangiare la propria famiglia. Un parlamentare tra stipendi e vitalizi guadagna migliaia di euro e si lamenta pure che sono pochi. Forse, come diceva qualcuno una volta, in Italia “Stiamo troppo bene, stiamo troppo bene”.

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