“Bocca di rosa”, incardinato il processo a due dipendenti del nightclub

Chiara Putaggio

“Bocca di rosa”, incardinato il processo a due dipendenti del nightclub

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lunedì 13 Ottobre 2014 - 19:27

Secondo l’accusa nel locale si svolgevano incontri intimi a pagamento

È iniziato, davanti al Tribunale collegiale (presidente Sergio Gulotta, a latere Pierini e Moricca) il processo scaturito dall’operazione dei carabinieri denominata “Bocca di rosa” a carico di due ex dipendenti, Salvatore Lo Grasso e Giovanni Sardo, ma i difensori ribattono: “Dimostreremo che l’ipotesi accusatoria è vana. Il Bocca di rosa era un semplice club”. Il procedimento prende il nome dal nightclub che si trovava in contrada Digerbato. Il processo prende le mosse dall’operazione del 26 maggio 2013, quando i militari della compagnia di Marsala diretti da Carmine Gebiola hanno effettuato un blitz nel locale notturno ipotizzando che vi si svolgessero prestazioni sessuali a pagamento. All’epoca furono quattro le persone coinvolte. Francesco Panico 53enne  titolare del night e la moglie, la 36enne tagika Oksana Vodyants’ka, assistiti dagli avvocati Giuseppe Cavasino e Leo Genna, hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato e il processo di sta celebrando davanti al GUP. Per Panico, il difensore, in passato ha dichiarato: “è emerso – ha detto Leo Genna – anche dalle intercettazioni che nel club non si svolgeva attività di prostituzione e che se anche ci fosse  stato, il mio assistito non ne aveva alcuna contezza. Se l’avesse avuta avrebbe allontanato le ragazze e gli avventori coinvolti dal suo locale”. Entrambi sono accusati di accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Ieri, invece, davanti al Tribunale collegiale ha preso il via il procedimento a carico di due dipendenti del club. Si tratta di Salvatore Lo Grasso, di 37 anni e Giovanni Sardo, di 49 anni, che volgevano mansioni di barista e di buttafuori. Secondo l’ipotesi accusatoria i due uomini avrebbero partecipato alla gestione “di una casa di prostituzione”. Ieri le parti, ossia, da una parte il pm Trainito, dall’altra i difensori degli imputati: gli avvocati Angelo Vita e Paolo Paladino, hanno avanzato le richieste di prova e le liste dei testi. Nella prossima udienza saranno ascoltati  i primi testimoni della lista del pubblico ministero. Anche Angelo Vita ha ribadito l’innocenza degli imputati: “Dimostreremo che nel locale non si svolgeva prostituzione, ma era un semplice nightclub”.

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