Vendemmia 2014. ACLI TERRA: “Minore quantità, ottima qualità e maggior prezzo”

Audrey Vitale

Vendemmia 2014. ACLI TERRA: “Minore quantità, ottima qualità e maggior prezzo”

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martedì 02 Settembre 2014 - 12:22

E’ in corso la vendemmia 2014 che coinvolge anche la provincia di Trapani con i suoi 60 mila ettari di superficie vitata. E’ tempo dei primi bilanci ma anche di proposte e previsioni per la sezione territoriale dell’ACLI Terra, l’associazione che riunisce i professionisti agricoli.

“Minore quantità, ottima qualità e maggior prezzo” queste le caratteristiche della vendemmia in corso di svolgimento per il presidente  provinciale di Acli Terra, l’enologo Leonardo Peralta.

I primi dati raccolti evidenziano un decremento della raccolta di circa il 40% rispetto allo scorso anno, sia a causa dei danni provocati dalla peronospora, sia per un fisiologico calo della produzione dopo la straordinaria annata 2013. La qualità delle uve tuttavia risulta ottima, aiutata da un’ estate fresca e senza ondate di calore. Buona è la resa dell’uva in vino. Per quanto riguarda i prezzi si registra invece un aumento stimato intorno al 30%. Una boccata d’ossigeno per i produttori vitivinicoli che confluiscono le uve in cantina.

La vendemmia 2014, per le varietà bianche (precoci), è iniziata con il Pinot Grigio, il Sauvignon Blanc e, in alcuni areali, con lo Chardonnay nella seconda settimana di agosto, con un ritardo di circa una settimana rispetto alla scorsa vendemmia. Nella terza settimana di agosto è stato raccolto lo Chardonnay, Viognier e Muller Thurgau, ed il moscato bianco. La vendemmia delle uve nere, in particolare per il Merlot, è appena iniziata. A seguire saranno raccolti le qualità Syrah, Nero d’Avola e Frappato. La vendemmia proseguirà verso la prima decade di settembre con il Cabernet Sauvignon. Stesso periodo per le varietà autoctone a bacca bianca, come il Catarratto e l’Insolia, mentre il Grillo sarà raccolto dalla prima settimana di settembre.

Leonardo Peralta

Leonardo Peralta

“Nella nostra regione- spiega Peralta- l’annata vitivinicola 2013/14 è stata caratterizzata da una elevata piovosità che si è protratta per tutta la primavera. Tutto ciò ha comportato un ritardo nel ciclo vegetativo della vite senza determinare anomalie di allegagione sulle diverse varietà. Durante tutto il mese di maggio e fino alla metà di giugno vi sono stati ripetuti attacchi di peronospora”. Nel mirino del fungo della vite le varietà Inzolia e Nero D’avola. Compromessi buona parte dei grappoli. “Nel mese di giugno- aggiunge Leonardo Peralta- in alcune varietà e in alcuni areali vi sono stati attacchi di oidio, che sono stati prontamente bloccati”. Nonostante la diminuzione, la qualità del prodotto non è stata inficiata. L’obiettivo resta quello di promuovere maggiormente i vini siciliani, che niente hanno da invidiare a quelli di altre regioni. Specialmente in questo momento in cui anche nel resto d’Italia si è registrato un calo della produzione (-20%), la Sicilia potrebbe essere favorita in termini di esportazione del proprio vino.

Le Acli Terra di Trapani hanno istituito nuovi servizi di supporto agli operatori agricoli e vitivinicoli per promuovere e valorizzare le eccellenze dell’agroalimentare del territorio, attraverso un’ azione sinergica fra tutti gli operatori della filiera.

Tentare di risollevare il settore sfruttando meglio anche le potenzialità derivanti dalle presenze turistiche – questo l’intento dell’associazione – investendo sul turismo enologico. “Basta con l’assistenzialismo e con i contributi senza una progettualità a medio-lungo termine- sottolinea Peralta- bisogna cambiare mentalità, mettere in atto la politica dei piccoli passi e con prodotti di qualità. C’è bisogno di fare promozione! E visto che la provincia di Trapani è interessata da un flusso turistico crescente, occorre far venire i turisti dentro le aziende, dentro le cantine, fare toccare con mano quelle che sono eccellenze della nostra agricoltura. Bisogna trovare i giusti canali commerciali – prosegue Peralta – con la vendita di prodotti confezionati, senza dover essere succubi di aziende non siciliane che molto spesso fanno business sfruttando il brand Sicilia mentre, nella maggior parte dei casi, noi che abbiamo in mano questa grande ricchezza non riusciamo a sfruttarla in modo da assicurare una redditività alle nostre aziende”.

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