“Ci associamo alle preoccupazioni di tutti gli operatori economici e dei lavoratori del nostro territorio nel manifestare grande preoccupazione sugli effetti che la prospettata riforma delle autorità portuali potrebbe causare in termini di autodeterminazione delle prospettive di sviluppo del nostro Porto di Trapani e dell’intero territorio”. Ad affermarlo sono il Presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno e i Segretari di Cgil Cisl Uil Trapani, Filippo Cutrona, Mimmo Milazzo, ed Eugenio Tumbarello, componenti del nuovo tavolo “Insieme per il territorio”.
“In linea di principio – aggiungono – siamo favorevoli alle riforme, ma è chiaro che, laddove esse vengano imposte dall’alto, senza preventivamente ascoltare i rappresentanti istituzionali e delle categorie dei territori coinvolti, si rischia soltanto di creare danni irreparabili. Vogliamo che questa riforma preveda anzitutto forti investimenti in infrastrutture (banchine, dragaggio, ecc) e servizi, che sono ormai assolutamente indispensabili allo sviluppo del nostro porto. In secondo luogo le decisioni riguardanti un territorio devono essere governate dagli stessi rappresentanti che ne abbiano profonda conoscenza e che sappiano indirizzarne la strada”.
La preoccupazione è che invece questi accorpamenti, uno dei quali coinvolge Trapani-Palermo, sotto forma di distretti logistici portuali, subiscano una Governance imposta dall’alto “con conseguente trasferimento delle decisioni a soggetti che certamente potranno non avere interesse a sviluppare il nostro porto”.
Sarà questo il primo tema posto all’ordine del giorno dell’incontro di oggi con il Prefetto di Trapani, a cui il Presidente di Confindustria Trapani e dei Segretari Generali CGIL-CISL-UIL chiederanno di ascoltare la proposta di eliminare Trapani dalle ipotesi di accorpamento (così come sta accadendo per il Porto di Porto Empedocle).
“Riteniamo – concludono – che una riforma del genere anziché incentivare il nostro Porto, che ha dato in questi anni segnali importanti di ripresa, possa addirittura segnarne la fine”.