A pochi giorni di distanza dall’arresto del direttore della Caritas diocesana Sergio Librizzi, si registra una dura presa di posizione da parte del Coordinamento per la pace di Trapani, secondo cui si tratta “dell’ennesima tegola che cade sulla già malconcia credibilità della Chiesa cattolica cittadina”.
“Adesso – si legge nella nota – le indagini andranno avanti alla ricerca delle prevedibili coperture di cui godeva il prete Librizzi, dagli ambienti della prefettura a quelli della questura, passando per tutta la filiera istituzionale che da anni si ingrassa sulla pelle degli sventurati che giungono in Europa alla ricerca di una vita migliore”.
Ma è proprio sulla politica dell’accoglienza di questi anni che si concentra in maniera più critica il Coordinamento della pace di Trapani, che auspica a riguardo “un radicale ribaltamento di senso”.
“Quando le vite e i destini di donne e uomini oggettivamente in difficoltà vengono interamente messi nelle mani di soggetti che esercitano un potere assoluto, gli esiti non possono che essere questi. Certi abusi sono possibili perché i meccanismi della legge li consentono e li agevolano. Intanto, nell’attesa di ulteriori sviluppi, ogni volta che saremo tentati di provare disprezzo per un ragazzo africano che chiede l’elemosina davanti all’ingresso di un supermercato; ogni volta che noteremo con fastidio gruppi di immigrati vagare sperduti tra le strade della nostra città; ogni volta che resteremo incolonnati in macchina maledicendo quei “turchi” che bloccano la strada in segno di protesta; ogni volta che plaudiremo alle proposte di fare autobus per soli immigrati da Trapani a Salinagrande; ogni dannata volta che staremo per lasciarci andare a questi sentimenti ignobili e inumani – conclude la nota – dovremo senz’altro ricordarci del prete siciliano Sergio Librizzi.