In concomitanza con la festa di San Giuliano, domani verrà celebrata a Erice, presso la Chiesa di San Giuliano (riaperta da qualche anno dopo oltre 70 anni di chiusura), la memoria liturgica del Santo che ha dato il nome alla città per circa 900 anni fino al 1936.
Una Santa Messa animata dalla corale del Real duomo di Erice inizierà alle 18 e 30 e per l’occasione verrà esposto il “tesoro” del Santo che rimarrà in mostra al pubblico per tutta l’estate 2014. Il “tesoro”- opere di argenteria del secolo XVII, XVIII e XIX – torna ad Erice dopo più di 50 anni e sarà visitabile dentro l’oratorio della Concezione annesso alla chiesa medesima.
Nota storica sulla Chiesa a cura dell’arciprete don Piero Messana.
La chiesa di san Giuliano, una delle quattro antiche chiese parrocchiali ericine, posta sul punto più alto del monte Erice, porta il nome di un antico martire della chiesa cartaginese venerato in ambedue le sponde del canale di Sicilia fin dall’epoca tardo imperiale. Dopo la riconquista normanna della Sicilia e i fatti leggendari che attribuirono a San Giuliano la liberazione del Monte dal dominio musulmano, il nome del Santo fu associato alla montagna ericina così come alla rinata città sul monte. Dopo il concilio di Trento e la successiva divisione del territorio cittadino in parrocchie, la chiesa di San Giuliano fu tra le quattro a ricevere un quartiere di pertinenza. La chiesa conobbe un periodo di particolare splendore nel sec. XVIII sotto la guida di pastori appartenenti alla nobile famiglia Grimaldi, di origine genovese, che curarono l’ingrandimento, il restauro e l’abbellimento del sacro edificio. Fornirono inoltre la chiesa di giocali e arredi per il culto di elevata qualità artistica. La chiesa purtroppo rovinò nel 1927 e nel 1941, essendo ormai avviata irreparabilmente al crollo, fu privata del titolo parrocchiale, le sue suppellettili preziose e i suoi parati furono trasferiti nell’Istituto San Rocco per essere affidati alla custodia delle Suore figlie della carità di San Vincenzo dei Paoli.
Il continuo spopolamento di Erice comportò tuttavia anche la chiusura di questo istituto e, essendo andate vie anche queste suore, nei primi anni 70, l’immobile l’antico monastero di San Pietro, passò al Centro di cultura scientifica Ettore Majorana. L’argenteria e i parati di San Giuliano furono prelevati e trasferiti nel nuovo Seminario Diocesano di Raganzili per esservi custoditi. Di recente, nel 2007, il giovane studente Alberto Monteleone, guidato dalla professoressa Maria Concetta Di Natale, ha presentato nella sua tesi per la laurea magistrale la ricognizione e lo studio dei parati e degli argenti del Seminario, mettendo in evidenza in alcune opere la possibile provenienza ericina sulla base dell’iconografia di San Giuliano, ivi rappresentata o su quella delle notazioni epigrafiche.